L’approfondimento – di R. Muni: “Diego è uno di noi”
Sono passati trentatré anni da quell’indimenticabile giovedì, era il 5 luglio, il giorno in cui Diego Armando Maradona fu presentato ufficialmente ai tifosi del Napoli. Quel buonasera napolitani, quel palleggio a metà campo con il pallone lanciato nel cielo, resteranno indelebilmente scolpiti nella mente di ogni tifoso napoletano. Quel giovedì pomeriggio fu storico perchè segnò l’inizio di un’era che avrebbe cambiato il corso della storia del Napoli, o meglio, il corso della storia che altri avrebbero voluto per i colori azzurri. Tre anni dopo, gli azzurri spodestarono la Juve, anche allora a fine ciclo, dal trono d’Italia grazie al D10S. A distanza di tre decenni Diego è di nuovo al fianco di Napoli, in qualità di cittadino onorario, riconoscimento conferitogli dal primo cittadino partenopeo Luigi De Magistris. Che Diego fosse napoletano nel dna non avevamo alcun dubbio, lui che da sempre è stato il portavoce del popolo che lo ha adottato spontaneamente, difendendolo e rappresentandolo sempre ed ovunque, amandolo in maniera incondizionata. Un popolo che, a detta del pibe, lo ha amato come nessun altro…e chi ama non dimentica! Da mercoledì sera, c’è anche la burocrazia, per una volta amica della gente, a sancire che il D10S è uno di noi. Inutile aggiungere commenti alle lacrime sincere del pibe de oro, testimoni dell’emozione che ha contrassegnato tutta la serata. Inutile dire che non c’è un solo tifoso del ciuccio che non sia lusingato per il nuovo ed ufficiale celeberrimo concittadino. Nessun commento meritano coloro che non hanno perso occasione per denigrare Napoli e Maradona con i soliti luoghi comuni ed il solito razzismo. Questa volta li lasceremo cantarsela e suonarsela da soli. Del razzismo che Napoli subisce ovunque in Italia ha parlato anche Maradona, che si è fatto carico di esporre il grosso problema a chi di dovere. Peccato per un paio di note stonate che avremmo preferito non dover commentare. La prima, riguarda la polemica assurda che si è scatenata alla vigilia del Maradona day, sul presunto cachet che avrebbe intascato Diego per partecipare alla serata del Plebiscito.
Che Diego abbia preso o meno soldi per la serata ha poca importanza per il sottoscritto e quello che fa specie è che la polemica in perfetto stile leghista sia partita da Napoli. La seconda nota stonata riguarda l’accoglienza malevola che il pubblico di piazza Plebiscito ha riservato a Ciro Ferrara. A poco è servito, evidentemente, il recente chiarimento del terzino napoletano e si è reso necessario l’intervento di Beppe Bruscolotti per placare la piazza. Davvero una scena poco edificante in una serata di festa, di gioia e di brividi, da parte di gente che ha dimenticato troppo in fretta i motivi per cui Ciro Ferrara è finito alla vecchia signora, gli stessi che, un decennio dopo, hanno permesso l’ingresso nel calcio di Aurelio De Laurentiis. Diego è uno di noi e…NOI…lo vorremmo rivedere ufficialmente nella SSC Napoli, proprio nell’anno in cui il sogno proibito non sembra più tanto impossibile. Ma se De Magistris ha concesso ‘le chiavi della città di Napoli’ con relativa semplicità, molto più complesso sarà convincere l’altro signor De a concedere quelle della società azzurra. Nel mentre, sotto la pioggia di Dimaro, il Napoli prepara la prossima stagione e Sarri studia metodi di lavoro nuovi per rendere la difesa a quattro inespugnabile. C’è entusiasmo tra la gente che ha invaso la località trentina a tingendola d’azzurro, c’è grinta e concentrazione negli sguardi di Hamsik e compagni…c’è qualcosa di speciale e, per certi versi, di mai visto. Avanti Napoli, Avanti!
Riccardo Muni