Il Mattino – Cafù: “Mi sarebbe piaciuto giocare nel Napoli di Sarri. Ecco cosa manca per essere l’anti-Juventus”

L'ex di Roma e Milan: "Il ciclo della Juventus non termina dopo una sconfitta contro il Real Madrid"

0

Se volessimo mettere insieme tutti i trofei vinti da Cafù ci vorrebbero almeno 10 pagine. Mondiali, Champions, scudetti, supercoppe e chi più ne ha più ne metta. Terzino sì, ma con una spiccata propensione alla fase offensiva, il brasiliano ha rappresentato un vero e proprio modello per il ruolo. Con le maglie di Roma e Milan ha scritto la storia a suon di discese sulla fascia, cross al centro e perché no, anche qualche gol. Incarnando alla perfezione le caratteristiche del laterale moderno. L’ideale per un gioco propositivo e sempre all’attacco, proprio come quello espresso dal Napoli di Sarri. Ecco quanto dichiarato in un’intervista rilasciata da “il Mattino”.

Factory della Comunicazione

Le sarebbe piaciuto giocare in questa squadra? «Assolutamente sì. Mi sarebbe piaciuto moltissimo: mi troverei benissimo in questo sistema votato all’attacco dove tutti i giocatori devono sapere fare bene le due fasi».

A partire da Mertens… «La trovata di Sarri di metterlo a fare il falso nove è stata il punto forte di questa squadra. È uno che torna tanto, ma allo stesso tempo sa fare gol».

Dando oramai per assodato che il Napoli lo segue, che impressione si è fatto?
«Da due anni a questa parte la squadra di Sarri fa campionati bellissimi e arriva in Champions. A questo punto, però, mi aspetto il definitivo salto di qualità».

Per diventare la vera anti Juve? «In realtà al momento vedo ancora la Roma come vera anti-Juve in campionato. Ci sarà solo fa vedere l’impatto che potrà avere Di Francesco. Da ex romanista, ovviamente, mi auguro che il nuovo tecnico faccia bene».

Quindi ancora Juventus favorita ai blocchi di partenza del prossimo campionato? «Decisamente. Quello dei bianconeri è un grande gruppo, composto da giocatori di esperienza. In questo momento mi sembrano davvero imbattibili in campionato».

Non pensa che la sconfitta in finale di Champions possa rappresentare la fine di un ciclo? «Un ciclo così importante non si può interrompere per una partita persa contro il Real Madrid».

Quindi è fiducioso?
«Non è la fine di un ciclo perché sono comunque arrivati in finale e arrivarci non è da tutti. Vuol dire che sono una bella squadra e un bel gruppo. Lavoreranno di sicuro per arrivarci di nuovo».

Ritorniamo in Italia, al campionato di serie A e ai cicli: ha detto che quello della Juventus non è finito, ma invece pensa che il Milan possa aprirne uno nuovo?
«Mi aspetto che possa tornare competitivo per vincere in Italia e in Europa come abbiamo fatto ai miei tempi. Hanno vissuto dei periodi un po’ problematici, certo, ma restano una grande società. Anche ad altri club è capitato di attraversare momenti così, ma se hai le spalle forti ne vieni fuori alla grande».

A proposito di spalle forti e di cicli che finiscono: ha sentito Totti dopo il suo addio alla Roma?
«Ho visto l’addio in tv ed è stato molto emozionante».

Cosa ne pensa? «Nella nostra vita dobbiamo prendere delle decisioni e lui ha preso la decisione di smettere di giocare. Francesco è un ragazzo intelligente e sa benissimo quello che deve fare. Se ha capito che è il momento di lasciare il calcio lo dobbiamo solo ringraziare per quello che ha fatto per il calcio italiano e mondiale. Sarà sempre un campione».

Ma secondo lei smette per davvero? «È un bel punto interrogativo. Non so se smetterà davvero. Credo che solo lui possa rispondere a questa domanda. Io posso solo dire che ha il calcio nel sangue e secondo me resterà nel mondo del calcio».

Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.