Benevento, tutto esaurito al Vigorito per il play off contro il Perugia
E’ come un crescendo rossiniano, ogni partita di questi play off ha un valore sempre maggiore e si prende la palma di più importante della storia giallorossa. Non potrebbe essere diversamente per una squadra che si lascia alle spalle anni di serie C e che assapora per la prima volta il gusto della cadetteria. E’ il leit motiv di questa estate incipiente per una città che avverte sulla pelle l’entusiasmo per una conquista sportiva che è lì, a portata di mano, quasi da toccare. Una città che ha imparato a non vendere mai la pelle dell’orso prima di averlo ammazzato, ad essere più scaramantica di quanto lo possa essere qualsiasi comunità di queste parti. Conosce i play off e non li ama, ne ha persi 11 su 12, record assoluto per qualsiasi squadra del panorama nazionale. E’ per questo che le bandiere appaiono solo allo stadio. Balconi e tetti sono sgombri, niente stendardi, nessuna insegna, il ricordo di tanti festeggiamenti anticipati mette i brividi. Fu così anche l’anno scorso: la città si imbandierò d’improvviso solo il giorno della festa per la B, il 30 aprile (giorno di Benevento-Lecce 3-0), i tifosi della Sud cantavano “E tanto già lo so che l’anno prossimo? la la la la”, evitando accuratamente di pronunciare quella frase che era sulla bocca di tutte le tifoserie.
tutto esaurito. La risposta della gente è dunque visibile solo nella corsa sfrenata ai botteghini per questa prima semifinale col Perugia: i biglietti sono praticamente esauriti, ne sono rimasti una manciata in un settore non molto frequentato, la tribuna laterale inferiore. Ma c’è da giurare che questa mezza giornata che manca servirà a far comparire dovunque il cartello del “tutto esaurito”. Battuto anche il record stagionale fatto segnare in campionato nella sfida col Bari: 11.521 paganti. Suggestivo l’incrocio che si è fatto in questi giorni tra l’acquistare biglietti per la partita d’andata e per quella di ritorno. Le distanze ravvicinatissime tra una partita e l’altra non hanno consentito perdite di tempo ed è stato simpatico come sia partita sui social una sorta di sfida coi perugini: «Ne abbiamo acquistati più noi che andremo al Curi martedì, che loro che devono venire a Benevento sabato». Un guazzabuglio di tagliandi, le stesse rivendite, file interminabili. Pochi se ne sono lamentati, l’occasione è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. C’è curiosità per la nuova coreografia della “Sud” che ha regalato quadri incredibili in queste ultime settimane, nonostante il tempo a disposizione per prepararli fosse davvero minimo. Si prevede la solita festa di colori, disegni magici che strapperanno il solito “oooh” di meraviglia da parte degli altri occupanti dello stadio. Anche questa volta, per dirla alla Shakespeare, la tifoseria giallorossa sarà fatta della stessa sostanza dei sogni.
LA SQUADRA. Baroni tiene per sé scelte e dubbi, bisognerebbe leggere nella sua mente per capire quale undici scenderà inizialmente in campo contro il Perugia. Tra l’altro ha ancora quasi tutto un giorno per limare ogni decisione. Che arriveranno questa mattina dopo il “risveglio muscolare” al Vigorito. Ovvio che la distanza ravvicinata tra una sfida e l’altra imponga qualche avvicendamento, contro lo Spezia si è giocato appena martedì sera e tra tre giorni si torna di nuovo in campo per il ritorno al Curi. Sarebbe impensabile utilizzare sempre gli stessi giocatori. Per fortuna anche tra quelli che non sono scesi in campo martedì c’è linfa vitale da sfruttare. Qualche dubbio, come è giusto che sia per le condizioni di un paio di elementi: innanzitutto Ciciretti. Non è un periodo fortunato per il ragazzo della Magliana, rientrato contro lo Spezia e incappato subito in una distorsione che potrebbe fargli saltare anche il Perugia. Tra i convocati però c’è anche lui e almeno in panchina dovrebbe andarci. Scalpita Venuti che sull’out di destra potrebbe rilevare Gyamfi, in campo ininterrottamente nelle ultime quattro partite. Il resto della formazione dovrebbe ricalcare quella che è scesa in campo contro lo Spezia. Baroni non cambia mai se non ce n’è reale necessità.Corriere dello Sport