Hamsik: “Il mio gol più importante? Col Milan. Perchè ho scelto il 17. La mia schiena è pronta per lo scudetto: Il mio idolo…”
Il sogno è lo scudetto, Marek Hamsik lo conferma l’ennesima volta durante la diretta Facebook con i tifosi azzurri sul sito del club: «In caso di scudetto farei un enorme tatuaggio: ho lo spazio sulla schiena», dice. A caccia del record più prestigioso, quello detenuto da Maradona in riferimento al numero dei gol segnati in maglia azzurra: lo slovacco adesso è quota 112 e cioè a meno tre reti dal record storico di Diego (115 reti). «Spero di superarlo presto, sarà una grande cosa per me. Sarà qualcosa di storico, anche perché sono un centrocampista. Sarò ancora di più nella storia del club, anche se forse verrò superato».
Tanti gol in dieci anni, prova a scegliere quelli più belli. «Col Milan sono partito dall’area nostra, ma anche quello con la Juventus del 3-2: il più importante quello in Coppa Italia nel 2-0 in finale contro la Juve all’Olimpico. Sono quelli che ho più nel cuore».
La grande soddisfazione di indossare la fascia di capitano e di rappresentare il Napoli: «E’ un onore, non si può descrivere: Napoli vive di calcio e rappresentarla è un onore e una responsabilità, sono contento di portare la fascia». Uno slovacco-napoletano, perfettamente integrato: vive a Castel Volturno, a due passi dal centro sportivo dove si allenano gli azzurri. «Mi piace un po’ tutto: la pizza, la pasta, la mozzarella. Quando sono in ritiro mangio il riso alla parmigiana». Con Napoli il legame è fortissimo: «Tutto, a Napoli c’è tutto, c’è sempre caldo, gente sorridente, si mangia alla grande. Tutto, perciò sono qui dopo 10 anni, Napoli è nel mio cuore». Legato al punto tale che ne avverte subito la mancanza appena se ne allontana. «A Napoli c’è tutto, c’è sempre caldo, gente sorridente, si mangia alla grande. Tutto, perciò sono qui dopo 10 anni: Napoli è nel mio cuore».
La scelta del numero 17 che è diventato il suo portafortuna. «La mia data di nascita, 27-7-87, ha sempre il 7. Quindi volevo un numero col 7 ed a Brescia il 7 e 27 erano occupati: presi il 17 e non lo cambierò mai, ce l’ho anche tatuato». Il suo idolo. «Sono due. Nedved per la sua carriera e per il cammino simile che abbiamo fatto, ma anche Zidane per la classe».
Ancora al top della forma, obiettivi importanti da raggiungere con il Napoli nell’immediato. «Credo che quando smetterò di giocare tornerò a casa mia, sono via da tanti anni, da quando ho 14 anni, quindi quando smetterò tornerò nella mia città d’origine».Fonte: Il Mattino