Quella voglia matta di raggiungere Dzeko e di vincere la classifica cannonieri: Mertens con la doppietta realizzata contro la Fiorentina è a quota 27 in campionato, a una sola rete dal centravanti giallorosso. Ecco perché quando vede il suo numero sulla lavagna elettronica e capisce che è lui a 12 minuti dalla fine a dover lasciare il posto a Pavoletti ci resta male. In quel momento il campo proprio non vorrebbe abbandonarlo per segnare ancora, cose normali da bomber, soprattutto di chi ha realizzato già due gol e spera di poter fare il tris. Il belga resta fermo qualche attimo in campo prima di avviarsi verso la panchina, i primi ad abbracciarlo sono i compagni, prima Diawara, poi gli altri azzurri.
Poi Mertens si scioglie per l’applauso del pubblico e il coro Dries-Dries. Però mentre incrocia Sarri per andarsi a sedere in panchina gli chiede: «Mister ma perchè?», una spiegazione per il cambio che proprio non riesce a capire. Sarri lo abbraccia forte, lui ricambia, e finisce tutto lì: il modo migliore per frenare la sua delusione: il belga il cambio proprio non l’avrebbe voluto ricevere. La terza sostituzione della partita, dopo quelle di Rog per Hamsik e di Diawara per Jorginho: Sarri decide di schierare nel finale di partita Pavoletti, finora poco impiegato, e toglie il belga, il centravanti, lasciando in campo gli esterni Callejon e Insigne.
Dries la classifica cannonieri la può vincere allo sprint: c’è ancora l’ultima giornata e la partita del Ferrrais contro la Sampdoria. Il duello a distanza tra Roma e Napoli per il secondo posto e cioè la Champions diretta si allarga anche a quello tra i due attaccanti che lottano testa a testa per vincere la classifica dei bomber. Mertens è stato la grande scommessa vinta da Sarri che si è affidato a lui da punta centrale dopo il grave inortunio di Milik al ginocchio. E il belga ci ha messo poco ad ambientarsi, più o meno un mese, quello di ottobre, in cui il Napoli ha perso i punti poi risultati decisivi nella lotta scudetto e in quella Champions. Da novembre e soprattutto dicembre, con la tripletta di Cagliari e il poker al Torino, si è sbloccato e da falso nove ha iniziato a diventare un centravanti vero, capace di segnare a raffica e di diventare decisivo nel tridente di Sarri.
I suoi numeri sono impressionanti, 27 gol in campionato, 33 in totale comprese le coppe: stracciato il record precedente di 27 reti stabilito con il Psv (stagione 2011-2012). Un punto fermo per il presente e il futuro, una delle richieste fatte esplicitamente proprio da Sarri, la sua riconferma fondamentale per dare continuità al progetto. E in settimana si è sbloccata felicemente la trattativa per il suo rinnovo, manca solo l’annuncio ufficiale ma sono stati messi a posto tutti gli ultimi dettagli. Accordo fino al 2020, ingaggio da 4 milioni e clausola rescissoria fissata nel 2018 di 28 milioni. Il secondo grande colpo piazzato da De Laurentiis dopo il rinnovo di Insigne: Dries ha dimostrato di essere ormai un elemento indispensabile per il 4-3-3 di Sarri per la sua capacità di attaccare la profondità e dialogare nello stretto con gli uno-due e i tocchi di prima. Sprazzi di vera classe mostrati anche contro la Fiorentina e altri due gol, oltre al palo colpito nel primo tempo con un tiro a giro. La standing ovation del San Paolo, un’altra notte fantastica.Tratto da Il Mattino
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