Un amore è per sempre… – Cavani: “Dopo il Psg voglio il Napoli”
L’attaccante uruguaiano: «Lì ho vissuto momenti speciali»
Va dove ti porta il cuore: e per arrivare a Salto, in Uruguay, partendo da Parigi, non c’è verso, bisogna farsi un giro per Napoli, scorgerne la luminosità, assaporarne i profumi, scavare nei ricordi del bel tempo che fu, starsene (principalmente) abbracciati ai propri bambini. «E’ normale che quando uno riceve tanto, poi voglia tornare». Verrà un giorno in cui ognuno riprenderà se stesso, i frammenti della propria memoria e le emozioni d’un triennio da favola: verrà Cavani, perché l’ha detto (e vorrebbe farlo) che, una volta e per sempre, si poserà una pietra su quelle (libere) interpretazioni offerte ad un addio – ma no: fu un arrivederci – ammantato d’insulti social e poi sommerso dai fischi del San Paolo nell’amichevole con il Psg.
«RIABILITATO». Il tempo, che sa essere un galantuomo, ed anche l’addio di Higuain – ormai «il traditore» – ha provveduto a rimuovere quella cappa che s’era attorcigliata intorno al matador, soffocandone centoquattro gol e sessantaquattro milioni di euro per costruirsi gli eredi. E’ stato doloroso, quella sera, innanzitutto per lui, accorgersi d’essere stato cancellato con un colpo di spugna o uno spiffero d’ira collettiva: ma è il passato, una nuvola che fugge via, mentre Cavani racconta a Sky Sport i sogni d’un uomo ormai trentenne, ricco anche romanticamente delle proprie emozioni e legato a l’incanto di un triennio che gli è incollato all’anima. «Se tornerò a Napoli, mi piacerebbe farlo in forma: e perciò vedremo alla fine di questo Duemilaventi».
UN ANNO FA. E c’è stata un’estate, quella alle spalle, in cui s’era ricostruita un’Idea, fu una tentazione reciproca, telefonate rimaste inchiodate (più o meno, alla riservatezza), il colpo con affetto speciale che De Laurentiis allestì per «azzerare» Higuain ma anche per (ri)prendersi il centravanti che maggiormente ne aveva toccato le corde della coscienza. Si chiamano contatti, al mercato, poi semmai diventano trattative, se dovessero esistere margini, e comunque fu un’esplorazione che tornò utile ad entrambi per accorgersi ch’erano rimasti eguali a se stessi, dunque affettuosamente legati ad una possibilità non più remota, men che meno impossibile. Il rinnovo, con il Psg, è semplicemente una dilazione, o magari potrà esserlo, perché stavolta è il matador che espone se stesso ad un desiderio estremo.
E POI. Cosa volete che siano gli anni, in quel futuro che rappresenta l’Idea meravigliosa di chi ha avvertito – ma da sempre – il richiamo per una terra ch’è stata sua, il Paradiso d’una fase esistenziale che ha raffigurato la sintesi di un processo evolutivo. «A Napoli ho vissuto momenti speciali e credo sia stato il periodo in cui tutto sia per me cambiato. Merito non soltanto mio, ma anche dell’allenatore che mi ha voluto, Mazzarri, dei miei compagni di squadra e della gente che mi ha fatto sentire un Mito». E sarà un po’ come ondeggiare, in quell’epoca che sembra già si stagli all’orizzonte, tra le pieghe di sentimenti autentici, irrorati dai flash di centoquattro prodezze, saltellando in quelle diapositive che hanno offerto la felicità di un’epoca: «Io sono molto legato alla mia terra ed alla mia famiglia. Ai posti dove sono cresciuto da piccolo. Non c’è un un solo giorno in cui non pensi al mio Paese e non vorrei tornarci tra molto. Vorrei lasciare il calcio mentre ancora resisto ad un livello alto e non aspettare che sia il calcio a lasciare me. Quindi, credo, che dopo il Psg, se prenderò un’altra decisione, sarà quella di passare da Napoli».
Fonte: CdS