L’opinione di Ciccio Marolda: “Troppi punti lasciati per strada”
Le sue parole sul Corriere dello Sport:
“Di palloni ne spreca pochi, questo è vero, ma di punti sì che questo Napoli sa buttarne via. Punti importanti. Punti pesanti. Roba da secondo posto e tantissimi milioni da sentire già nel portafoglio. Denari che possono segnare anche il futuro più immediato. E nessuno perda tempo ad imprecare alla sfortuna, ai pali e alle traverse, ai rigori negati o immaginati sul prato d’un Sassuolo che anche per questioni di bilanci e fatturati (per chi dietro queste cose si nasconde troppo, si capisce) non doveva e non poteva far paura. Nessuno ci provi perché i punti che già adesso mancano e bruciano – e come! – al conto di stagione non sono questi o soltanto questi, bensì quelli stracciati contro le ultime della compagnia. Contro le ultime sette per essere precisi. Facile facile il conto che non torna e che nessuno ancora spiega: di quei quarantadue punti a disposizione tra l’andata ed il ritorno, infatti, il Napoli ne ha presi trentadue, mentre la Roma già ne ha guadagnati trentasette e nulla fa pensare che stasera non possa arrivare anche a quaranta. Ecco che cosa oggi fa la differenza tra il secondo e il terzo posto. Ecco il peccato mortale di questo Napoli edonista che sa ricamare calcio, certo, ma che ancora non capisce che quando occorre bisogna riporre ago e filo colorato ed esaltare il proprio gioco con soluzioni meno setose, a volte pure ruvide, di sicuro diverse, alternative per arrivare a quel risultato che – piaccia o non piaccia – resta il bene primario di chi fa pallone per mestiere e di chi vuole viverlo da tifoso vincente e non perdente. Invece, dopo aver giurato in lungo e in largo che non avrebbe più commesso errori, il Napoli ha sbagliato un’altra volta. E cosa grave assai, giusto all’indomani della scelta, dovuta ma comunque coraggiosa, della proprietà di aprire una nuova stagione di contratti e investimenti per percorrere quell’ultimo miglio che divide il Napoli dal sogno scudetto. Meglio: da quello che ormai è un legittimo obiettivo tricolore. Come se allenatore e squadra non avessero capito nel profondo il messaggio della società. “Chi vuol restare resti, ma chi non vuol restare sa dov’è la porta”: più o meno questo ha detto De Laurentiis. Il quale, forse, se un errore ha commesso è stato quello di non aver spiegato ancora meglio ai suoi che “restare” vuol dire non solo godere della città, della puntualità dei pagamenti e dell’affetto della gente, ma anche “condividere” i nuovi sacrifici (economici) e i nuovi obiettivi che s’è dato il club. E, comunque sia, aspettando il match di questa sera tra Spalletti e Zeman, quando si dice “obiettivo” non bisogna certo dimenticare quello di stagione che era e resta il secondo posto. Certo, il campionato s’accorcia e il calcolo si complica, ma per squadra e allenatore crederci non è un dovere: è un obbligo. Così dev’essere specialmente dopo l’ultimo spreco col Sassuolo. Anche perché ora è aumentato il loro debito col club e con la gente”.