Lo chiamano il «palleggiatore» ma lui è anche l’equilibratore, il collante tra reparti e un uomo assist, come dimostra il passaggio vincente per Mertens con l’Udinese. «Uno schema provato in allenamento, Hamsik ha fatto il movimento giusto, gratificante aver ricevuto i complimenti da un campione come Dries. In ogni caso è sempre merito del lavoro di squadra». Jorginho Luiz Frello è uno dei fulcri del gioco di Sarri, si è consacrato come uno dei registi migliori della serie A, con punte di eccellenza nei passaggi riusciti (153 su 161 contro l’Udinese, l’ennesimo record), perfetta applicazione dei dettami del tecnico del Napoli. «Se posso smistare tanti palloni è merito anche dei compagni che si smarcano. In ogni caso spiega ci divertiamo a giocare questo tipo di calcio e siamo felici di far divertire i tifosi». Non basta, però: c’è un secondo posto da conquistare. «Ci crediamo tantissimo ha confessato ai microfoni di Kiss Kiss – siamo molto concentrati, sappiamo cosa fare e vogliamo tornare alla Champions diretta, è molto importante per noi. Per farlo dobbiamo vincere col Sassuolo». Il pensiero non può che essere rivolto alla gara di domenica. «Non è facile, gli emiliani sono una squadra che hanno la capacità di mettere in difficoltà qualsiasi avversario e giocare alle 12.30 crea sempre qualche scompenso. Dovremo giocare una grande partita».
Non solo un grande palleggiatore: Jorginho è, in più, uno dei veterani del Napoli (115 presenze e 2 reti in 3 stagioni e mezza, 94 in campionato) e uno di quelli che parla di più in campo. Sempre con raziocinio, come avviene fuori. «A ognuno il suo compito, io ho quello di dare equilibrio alla squadra e ci provo nel migliore dei modi». Ci riesce, non c’è che dire, soprattutto con il nuovo anno solare, tant’è che sembra aver riconquistato, a danno del pur ottimo Diawara, il posto nell’undici base. Con l’italo-brasiliano in campo il Napoli non ha mai perso nel 2017 ed è titolare ormai da sei gare consecutive in serie A, dove ha raccolto 22 presenze su 32 gare. «È un periodo in cui mi sento particolarmente bene ma devo crescere e migliorare, ho solo 25 anni e devo limare i miei difetti e ritrovare la via della rete, sperando anche in una chiamata del Ct Ventura».
Legato al club azzurro sino al 2020, sembra anche sposarne fino in fondo il progetto: «Vincere a Napoli non è come da altre parti, è speciale ed è un sogno anche per noi. Porterò sempre questa città, bellissima e indimenticabile, nel cuore: qui è nato mio figlio, sappiamo di rappresentare in campo i colori di un’intera tifoseria e questo ti responsabilizza e ti gratifica».
La Redazione