Avellino, raggiungere subito l’obiettivo salvezza
Recuperati immediatamente i tre punti sottratti alla classifica da una penalizzazione ritenuta ingiusta e tardiva. Perché non può essere l’Avellino di oggi a pagare per eventuali errori di ieri compiuti – siamo sempre nel campo delle ipotesi – da tesserati che avrebbero già provocato un grave danno alla società, quello di mancare l’accesso ai play off nella stagione 2013-14 alla quale si riferiscono i presunti fatti di cui si parlerà ancora dinanzi alla Corte di Appello Federale.
TERMINE. Scade alla mezzanotte di oggi il termine per presentare ricorso avverso la sentenza emessa dal Tribunale federale Nazionale lo scorso 12 aprile, attraverso la quale sono stati inflitti tre punti di penalizzazione (e ben 50mila euro di ammenda) all’Avellino per i comportamenti posti in essere dall’allora capitano Francesco Millesi (condannato a 5 anni di squalifica e 50mila euro di ammenda) e dal difensore Armando Izzo (18 mesi e 50mila euro). Prosciolti tutti gli altri tesserati deferiti, ovvero Mariano Arini, Raffaele Biancolino, Fabio Pisacane, Fabio Peccarisi che militavano quell’anno in maglia biancoverde nonché Gigi Castaldo tuttora in forza all’Avellino e soprattutto il presidente Walter Taccone quale rappresentante di una società penalizzata all’epoca e ingiustamente pure adesso. L’avvocato Eduardo Chiacchio avrà oggi un incontro con i rappresentanti della società per definire le modalità del ricorso da produrre per vedere ulteriormente diminuita – se non proprio cancellata – la sanzione inflitta all’Avellino.
PUNTI. Quei tre punti di penalizzazione la squadra ha saputo cancellarli attraverso una prestazione puntigliosa e rabbiosa, senza accusare il contraccolpo psicologico che pure avrebbe potuto esserci dopo essere stati ricacciati indietro nella classifica della serie B. «E’ stata una partita da veri lupi, affamati e arrabbiati, pronti ad azzannare l’avversario per placare la fame di punti e di soddisfazioni, per dimostrare di essere un gruppo vero, in questo caso parlerei proprio di branco, nel senso positivo della parola», è l’immagine che offre Walter Novellino al rientro dalla trasferta di Pisa, avvenuto ieri pomeriggio per la necessità di pernottare in Toscana, dopo la partita, per evitare di mettersi in viaggio in coincidenza con il rientro della Pasquetta.
SCALATA. «Siamo a cento metri dalla vetta, solo una bufera può buttarci giù ma si prevede tempo sereno», è l’altra immagine che il tecnico sta proponendo da tempo, quello di una scalata difficile lungo una parete rocciosa che ha messo a dura prova l’intero organico e lo staff tecnico negli ultimi quattro mesi. «Quando sono arrivato dinanzi a me vedevo una montagna altissima e una scalata con difficoltà di decimo grado, quella con le vie d’arrampicata più difficili del mondo. C’è voluto tanto impegno e di questo devo ringraziare ogni singolo elemento per la disponibilità ottenuta. Manca poco alla vetta, poi potremo piantare la bandiera dell’Avellino su una salvezza in cui abbiamo creduto fin dal primo momento», sottolinea l’allenatore.
SCELTE. Virtualmente raggiunta la possibilità di continuare a frequentare la serie B, è anche tempo di programmare il futuro. Novellino ha sempre detto di non volere affrontare l’argomento della sua possibile riconferma prima di avere raggiunto l’obiettivo. Manca il dato ufficiale ma è quasi fatta e dunque i vertici dirigenziali dell’Avellino potrebbero ritrovarsi per prolungare il rapporto con un tecnico che ha trasformato e risollevato un Avellino che, quattro mesi fa, appariva sull’orlo del precipizio, destinato a finire in Lega Pro. Al tecnico di Montemarano pare siano già arrivate richieste (almeno tre squadre sono interessate all’allenatore) ma correttamente Novellino ha chiesto di pazientare prima di dare una risposta perché l’Avellino, per lui, viene prima di ogni altra decisione: per motivi professionali e affettivi, essendo un irpino che nella sua terra vuole lasciare un marchio indelebile.Corriere dello Sport