Il doppio confronto con la Juventus poteva andare meglio ma anche peggio. Tra campionato e Coppa Italia il Napoli ha incassato un pareggio e una vittoria. Ma purtroppo entrambi i risultati sono serviti a poco per la classifica di serie A e per la qualificazione alla finale del trofeo tricolore. Ha fatto il massimo la squadra azzurra, ha messo sotto i campioni d’Italia ma per colpa dei soliti errori difensivi si è permesso ai bianconeri di esultare. L’altra sera Higuaìn ha tirato due volte in porta e ha fatto altrettanti gol. Chiriches ha sbagliato in entrambe le occasioni mentre nella prima un po’ di colpa ce l’ha pure Pepe Reina. Uno come il Pipita non va lasciato solo perché altrimenti fa male. E così è stato. L’argentino si è preso la soddisfazione di mandare a casa la sua ex squadra dopo che il pubblico, tra domenica e mercoledì, l’ha fischiato senza soste. Non gli ha perdonato nulla il San Paolo, quel tradimento estivo è rimasto marchiato sulla pelle. È un tatuaggio indelebile che sarà così anche in futuro. Lui ha trovato ancora il solito colpevole: Aurelio De Laurentiis. Anche nella presentazione con la Juve i suoi strali furono per il presidente.
IL BILANCIO – A prescindere da tutto il bicchiere è mezzo pieno. Con un po’ di attenzione in più e un pizzico di fortuna addirittura si poteva riaprire il campionato e giocare la finale di Coppa Italia. Ma è andata così. Ciò che resta di buono è la reazione di un gruppo che non ha mai mollato contro una avversaria forte che si è spaventata in entrambe le gare. La prima l’ha giocata da provinciale, nella seconda si è badato soprattutto a perdere tempo. Praticamente dopo il terzo gol di Insigne non si è più giocato. Neto ha perso sistematicamente tempo nei rilanci, Dybala e Cuadrado si sono inventati sistematicamente i crampi. Poi si sono anche lamentati di non aver avuto indietro un pallone lanciato fuori per un finto infortunio accusato da un bianconero.
E ORA IL CAMPIONATO – Sicuramente Simone Inzaghi avrà visto cosa può dare il Napoli in campo. Domenica all’Olimpico c’è uno scontro diretto per il terzo posto che vale la Champions. Se gli azzurri vincono lo blindano definitivamente ma anche se pareggiano la classifica resterà invariata. Dovessero perderlo, però, potrebbero nascere dei problemi. Ma questa squadra può tranquillamente far male a chiunque e sperare di poter agganciare il secondo posto che apre le porte della fase a gironi senza passare per i preliminari. L’importante è andare in campo con la stessa voglia di vincere dimostrata contro la Juventus. Cercando, però, di aggiustare la difesa perché Immobile dall’altra parte sarebbe felice di poter segnare ancora. Il gruppo, comunque, è bello carico. Nella rifinitura di ieri mattina c’era un po’ di amarezza per i risultati ma anche la consapevolezza di aver messo sotto la Signora in 180 minuti. Non era facile dopo gli impegni dei nazionali e soprattutto in un momento topico della stagione. Si rischiava il crollo ed, invece, il Napoli si è messo lì a giocare al calcio in maniera fantastica. Adesso, però, si deve crescere anche nella quantità e nella cattiveria. Si deve prendere esempio dalla Juventus nella gestione dei risultati. Essere belli vale per gli esteti ma non per gli obiettivi da raggiungere. Dal centrocampo in poi funziona tutto a meraviglia, purtroppo è dietro che si sbaglia sistematicamente per la felicità degli attaccanti avversari. Sarebbe il caso di migliorare in questa fase finale del torneo. Che tutto sommato potrebbe essere chiuso nel migliore dei modi con la conquista della Champions. Ma non sarebbe male neanche il terzo posto perché questo Napoli è forte anche in Europa.