Il migliore Hamsik dell’ultimo decennio eccolo qua, bardato dal nastrino azzurro di un primato che avrà anche qualcosa d’effimero ma dà pure il senso della concretezza, perché ormai sono quattordici gol – e non c’era mai arrivato così in alto – e sono cifre che trasformano un capitano, di fatto un centrocampista, in un attaccante aggiunto.
Era tutto scritto, probabilmente, e però in quell’andamento si annidava la natura di uomo verticale, che nel suo primo triennio partenopeo, prima dell’avvento dei Cavani e degli Higuain e dei Mertens, aveva avuto la forza di travestirsi da bomber, diventando persino il capocannoniere del Napoli. Ma centododici gol sono un’enormità e pure questi quattordici, il primato personale del decennio, costituiscono un energizzante per stracciare quel velo di malinconia che l’«inutile» vittoria con la Juventus ha lasciato dentro e poi guardare avanti. «Ora l’obiettivo è il secondo posto e lotteremo fino all’ultimo secondo per garantirci la certezza di giocare la Champions. Certo, siamo delusi per non aver superato il turno, ma abbiamo giocato un’altra straordinaria partita».
Un gol alla Juventus di domenica ed un altro di mercoledì sera, tanto per ristabilire quel feeling con la Vecchia Signora che s’era perduto per cinque anni: era stata, pur sempre, la sua «nemica preferita», prima di scivolare per un lustro in ghiacciaia; torna (quasi) ad esserlo, nove reti segnate al Bologna ed otto, invece, a Madame, portandosi appresso quella vena di tristezza per l’eliminazione, scorgendo in vicinanza – dopo i quattrodici gol – il prossimo traguardo. «Noi vogliamo il secondo posto». E forse la corona da re.
Fonte: CdS