Benevento, il bomber Ceravolo: “Non ho ancora finito”
«Pazzini? Caputo? La classifica dei bomber? Ma no, io penso solo al risultato della squadra e a nient’altro. In fondo è questa la nostra forza». Fabio Ceravolo non ha dubbi quando gli chiedono di scegliere tra i suoi possibili exploit realizzativi e le vittorie del Benevento. Anche se, in termini di gol, è consapevole che si stia ritagliando la migliore stagione di sempre della sua carriera. Il secondo gol segnato alla Ternana è una pennellata d’autore, un tocco d’artista tipico di chi come lui ama la Pop art e Andy Warhol. Tempo fa aveva promesso una sua opera persino al presidente Vigorito, chissà che riesca a regalargli prima altri gol.
La doppietta di martedì sera fa il paio col gol dell’andata alle Fere umbre: da idolo indiscusso dei tifosi rossoverdi a loro bestia nera, il passo è sembrato brevissimo. Non aveva certo vendette da consumare, ha avuto sempre pensieri dolci per la sua vecchia squadra, ma ha ugualmente lasciato l’impronta dell’ex. «Questa per loro era una partita molto importante, ma lo era anche per il Benevento. E’ chiaro che sono felice per noi, perché abbiamo allungato su qualche avversario che ci inseguiva e accorciato dal Verona. Spero di continuare a fare cose importanti per la mia squadra».
Rilancio. Sedici gol in una sola stagione non li aveva mai realizzati, la quota dello scorso campionato (12) è polverizzata, la scommessa con mister Baroni stravinta. Ora ha facoltà di scegliere il pegno da pagare da parte del tecnico. «A dire il vero – rivela divertito il centravanti calabrese – il mister ha detto di voler prolungare la scommessa e mi ha chiesto di arrivare a 20 reti. Che volete che dica? Ci provo, ma penso che anche se non dovessi farcela almeno una cena Baroni me la deve».
Quando si arriva a certi livelli in B qualche sirena dalla massima serie appare inevitabile. Ceravolo ha trovato una continuità incredibile in questo finale di stagione, segnando cinque gol nelle ultime quattro partite e consentendo alla squadra giallorossa di issarsi nuovamente da sola al quarto posto: «Sto bene qua, il Benevento mi ha voluto fortemente in estate e si è dimostrato concreto rispetto a tanti che facevano solo chiacchiere (l’attaccante calabrese ha un contratto triennale, ndc). Se in questo momento penso alla A mi viene di dire che spero di arrivarci con la squadra giallorossa. O quantomeno di lottare fino alla fine per il massimo traguardo». Martedì sera ha ingaggiato un bel duello con il suo amico Meccariello che si è preso il lusso di segnare un gran gol a Gori. I due si sono scambiati riflessioni per tutta la gara: «Abbiamo trovato anche il modo di scherzare. Dopo il suo gol gli ho chiesto come si fosse permesso di segnare alla squadra della sua città, ci ha fatto soffrire per gli ultimi 20 minuti. Poi mi ha punzecchiato sul rigore, affermando che non ci fosse. Invece io dico che c’era, eccome».
Scossa. La dedica dei gol segnati è una sorta di inno alla forza del gruppo giallorosso. E’ a quest’ultimo che consacra le sue prodezze: «Sono per me stesso e per i miei compagni, perché non abbiamo mai mollato. Dopo quel periodo nero, due punti in sei partite, ci poteva essere il tracollo fisico e mentale, invece ci siamo dimostrati ancora una volta forti. Non avevamo alcuna voglia di mollare dopo un girone d’andata meraviglioso, non volevamo gettare quello che di buono avevamo fatto. Credetemi, sarebbe stato peggio di una retrocessione».
Corriere dello Sport