Sasà Aronica ai microfoni de Il Roma: “Sarri e Mazzarri? Testardi e perfezionisti. Ecco come fermerei Higuain”

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Una cinquantina di minuti in bianconero, cinque lunghi anni a Napoli. Simbolo di una squadra dalle origini umili, che era riuscita senza sfigurare a farsi vedere anche in Europa, per poi diventarne una presenza stabile. Salvatore Aronica guarda con ottimismo, alla seconda sfida con la Juventus, quella più attesa dalla città. In gioco, la qualificazione alla finale di Coppa Italia: per passare, la squadra di Maurizio Sarri avrà bisogno di recuperare il 3-1 dell’andata.

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Lei ci crede, nella rimonta? <<Sì, perché i presupposti non mancano. Specialmente se la Juventus, come ha fatto capire Allegri, dovesse operare diversi cambi di formazione rispetto alla partita di domenica e fare turnover. Magari però potrebbe essere soltanto pretattica. Ad ogni modo, il Napoli ha le potenzialità per ribaltare il parziale.>>

Che ricordo ha di quella unica presenza in bianconero? <<Bellissimo. Era il 1998, immagini un ragazzo di 20 anni che fino a quel momento aveva giocato soltanto in giovanili e campionati dilettantistici e poi si ritrova a scendere in campo allenato da Lippi, con Zidane e Del Piero come compagni di squadra. E’ stato un gran momento per me, indimenticabile>>.

E’ stato allenato da Walter Mazzarri, il primo a riportare il Napoli a livelli importanti. Per questo, tante volte è stato accostato a Sarri. <<Le origini toscane sicuramente rendono ancor più suggestivo un paragone. Vedo in loro molte somiglianze, comunque. Entrambi sono testardi e perfezionisti nel proprio lavoro, allenatori che vogliono vincere e arrivare in alto, impegnandosi tantissimo nella quotidianità. Mazzarri alla fine ce l’ha fatta, Sarri sta ripercorrendo quelle orme senza alcun problema>>.

Da Cavani, con cui ha condiviso stagioni entusiasmanti, a Higuain: giocatori così diversi eppure così funzionali nelle trasformazioni del Napoli. <<Verissimo, ma Edinson era molto più predisposto al sacrificio. Si abbassava, veniva ad aiutare la squadra ed era molto più mobile rispetto all’argentino. Ad entrambi, però, devo riconoscere un senso innato del gol e la cattiveria che mostrano nell’attaccare il pallone. Sono fuori dal comune in questo aspetto>>.

Ha marcato Drogba, Ibrahimovic, Dzeko e Aguero, fra gli altri. Come fermerebbe Higuain? <<Il metodo è unico: tenerlo sempre spalle alla porta. Questo permette all’attaccante di avere meno palloni giocabili e meno spazio ed è più facile tenerlo lontano dall’area di rigore. Insomma, proprio com’è stato fatto domenica, quando la difesa ha saputo disinnescarlo a dovere. Mi auguro sinceramente che succeda anche oggi. Quindi, forza Napoli!>>

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