L’editoriale di Ciccio Marolda: “Ora è vietato concedere altro, non si può più sbagliare”
La sua opinione dul CdS:
“Non c’è, non può esserci racconto epico senza un traditore. E infatti il traditore c’è. Ma non ha la barba ed il profilo sudamericano di Higuain e neppure quello tedesco-tunisino di Khedira che già al primo colpo non fa sconti. Nossignori. Il traditore c’è, ma non si vede. Perché è un concetto, è una filosofia che parla d’attacco e di difesa. Del miglior attacco di tutto il campionato e della difesa che ha preso meno gol. E che alla fine altro non è che l’eterna disputa su come, almeno dalle nostre parti, si vince nel pallone: facendo tanti gol più degli avversari, oppure prendendone di meno? Certo, il pari firmato dal capitano azzurro non risolve l’interrogativo, nasconde un’altra volta la risposta, ma almeno evita la beffa, il paradosso. Perché per il Napoli la sconfitta sarebbe stata un’ingiustizia. E, comunque sia, il punto raccolto nella notte a Fuorigrotta se da una parte non serve ad evitare la fuga della Roma con mezzo secondo posto sottobraccio, dall’altra serve almeno a tenere a debita distanza una Lazio che ospitando domenica gli azzurri già pregustava lo sfizio dell’aggancio. Insomma, ridotti al minimo quei danni che s’erano temuti. Il che vuol dire, però, che di qui alla fine – Coppa Italia a parte – il Napoli non dovrà più fare fesserie, non dovrà concedere nulla a chi di volta in volta gli starà di fronte. Perché se è vero che il terzo posto buono per i preliminari della Champions farebbe storcere il muso a molta gente, il quarto spingerebbe il campionato azzurro ben al di là della striscia gialla della delusione. Che per il club significherebbe una perdita secca e dolorosa di tantissimi milioni. «Uscire dalla Champions non sarebbe una tragedia», disse una volta il signor Benitez. Ma pensava a se stesso soprattutto, il signor Benitez, probabilmente già con la testa altrove. Non così l’allenatore d’oggi, il quale sa bene che a quei denari il Napoli non può assolutamente rinunciare. Ecco perché Sarri, il signor Sarri, ha l’obbligo di assicurare al Napoli – ma pure a se stesso – almeno quei preliminari della Champions. Anche perché sarebbe incomprensibile, dopo aver praticato il miglior calcio di questo campionato, dopo aver vinto la panchina d’oro e aver concentrato su di sé l’interesse e l’attenzione di almeno due o tre club, finire la stagione stringendo niente nelle mani. Sì, perché se è vero che tutto può accadere, pensando alla imminente rivincita di coppa, è pure onesto ammettere che non è semplice pensare di poter rimontare il risultato a questa Juve. Intanto, irrinunciabile, una riflessione: com’era già accaduto in appuntamenti importanti come questo con la Juve, in avvio di gara il Napoli non ha messo in campo neppure uno degli ultimi arrivati. Come interpretare tutto questo? Soprattutto: c’era bisogno dì investire centotrenta milioni sul mercato estate-inverno per rinforzare soltanto la panchina? “
Tratto dal Corriere dello Sport