Sarri: “Vincere qui è tutta un’altra cosa, lo dico a tutti”
L’accoglienza a Higuain, il sapore speciale in città della sfida alla Juve, la forza tecnica, economica, societaria e politica dei bianconeri. Maurizio Sarri, fresco vincitore della Panchina d’oro su Allegri, lo ritrova da avversario al San Paolo, insieme con il Pipita.
Che atmosfera si aspetta per Higuain?
«Non mi interessa, gli voglio bene e gli devo molto ma è un avversario. Non ho mai detto che passerà una brutta giornata al San Paolo, vogliamo farla passare alla Juve».
Stavolta andrà lei verso Higuain per salutarlo?
«Prima della partita non ho questa delicatezza, penso solo alla gara. All’andata mi accorsi di lui solo quando era ad un metro, lui conosce la mia opinione e non ho altro da dimostrare. È un avversario come tutti quanti gli altri, un po’ più forte».
Fare il bis contro Allegri dopo le Panchina d’oro sarebbe una soddisfazione?
«Vincere contro Allegri non m’interessa, mi è anche simpatico. Voglio che il Napoli giochi una grande partita contro la Juve e che la vinca. Le vittorie sul campo valgono sempre più di un premio».
Contro la Juve sarà più importante la gara di campionato o quella di Coppa Italia?
«La partita più importante è sempre la più vicina, bisogna pensare esclusivamente alla prima».
Reina ci sarà?
«Ha un problemino al polpaccio e ha svolto differenziato per tutta la settimana. Per noi è importantissimo, è esperto e la decisione spetta a lui. Gli esami possono essere confortanti, ma ci sono le sensazioni del ragazzo».
Qual è la partita perfetta per battere la Juve?
«Abbiamo tratti di partite straordinari e altri con errori banali. Dobbiamo concedere poco. La partita in cui abbiamo avuto la migliore organizzazione difensiva è stata proprio a Torino ma abbiamo commesso due errori subendo due gol. Bisogna avere continuità nell’attenzione».
La Juve è prima con merito ma lei ha comunque rimpianti?
«Se si valutano i singoli episodi, quando sei secondo o terzo pensi di poter essere più vicino alla vetta. Ma facendo un discorso globale sappiamo che negli ultimi sei anni la Juve è stata di un altro livello rispetto a tutti per forza tecnica, economica, politica, societaria».
Per una volta ci dice la formazione?
«Giocheremo con il 3-4-3» (sorride).
Cè qualcosa che può cambiarle la vita?
«Non so. Non penso di diventare omosessuale a questa età (sorride ancora). Per cambiare la vita intendo cose profonde, filosofiche: in questo senso non credo possa più cambiare. Conquistare un trofeo è una soddisfazione materiale e riuscirci mi darebbe gusto. Ai miei calciatori dico sempre che possono giocare in tutte le squadre d’Europa ma vincere a Napoli è diverso».
L’ha detto anche ad Higuain?
«L’ho detto a tutti perché lo penso, vincere qui dà soddisfazioni nettamente diverse. Poi non si può entrare nella vita di altri: ognuno fa le proprie scelte, nelle quali non bisogna entrare e giudicare».
Come stanno gli altri nazionali?
«Hysaj ha recuperato dal problema alla caviglia, ha lavorato in gruppo così come Hamsik, sono giocatori che hai a disposizione 2-3 giorni: situazioni che capitano a 4-5 squadre e non è semplice gestirle soprattutto se giochi un certo tipo di calcio. L’anno scorso perdemmo a Udine».
Ha parlato di superiorità politica della Juve, in che senso?
«In tutti i sensi, in tutte le espressioni che possono contribuire a portare punti a una squadra. Anche politiche, di rapporti, organizzative. Ma l’aspetto principale è che loro sono i più forti tecnicamente».
Allegri potrebbe variare modulo: cambierà qualcosa per lei?
«Gli aspetti mentali possono influire di più di quelli tattici: non mi fa paura se Allegri giocherà a 3 o a 4 perché i giocatori si conoscono e la forza della Juve è in tutti gli uomini. Le motivazioni e la lucidità saranno determinanti».
La pressione potrà essere gestita meglio dopo l’esperienza contro il Real?
«La pressione è sulla Juve, sono primi, vincono da anni. Se parliamo di pressione positiva voglio che i giocatori la sentano e capiscano quanto la partita è sentita per i tifosi e lo dimostrino sul campo».
In caso di vittoria si riaprirebbe il campionato?
«Non credo perché la Juve in proiezione al rendimento avuto finora potrebbe perdere quattro punti anche se c’è sempre spazio alla casualità».
Se non dovesse farcela Reina chi giocherà?
«Nenci, il preparatore» (dice sorridendo)
Fonte: Il Mattino