Maurizio Pistocchi: “Nessuno più di Sarri meritava la Panchina d’Oro, un allenatore con la A maiuscola”
Maurizio Pistocchi, giornalista Mediaset, ha parlato ai microfoni di radio Punto Zero. Queste sono le sue parole che riportiamo per i nostri lettori: “Nessuno più di Sarri meritava la Panchina d’Oro, un allenatore con la A maiuscola che in due anni ha fatto un grande lavoro, ha valorizzato Higuain, la rosa e quest’anno anche Mertens. Le qualità dei giocatori sono importantissime ma spesso contano di più le idee di chi li allena. So bene, da anni, come funziona il sistema mediatico in Italia: le squadre con più tifosi hanno maggior seguito. Sarri è un allenatore scomodo, non ha un passato da giocare, è arrivato in Serie A tardi ma è il piu bravo di tutti, cosa che da fastidio a molti. Higuain ha fatto la storia del Napoli ma anche la sua, personale. Per l’aspetto sportivo andrebbe applaudito ma per quello umano no: l’argentino che a fine gara correva sotto la curva mostrando il cuore ai tifosi non è lo stesso che poi scappa di notte senza salutare nessuno. Se toccasse a me riceverlo sarei indifferente ma penso e invito i tifosi napoletani a comportarsi con grande classe ed eventualmente ironia senza andare mai oltre. Questa partita potrebbe essere strumentalizzata in negativo o in positivo, preferirei che l’atteggiamento del pubblico napoletano fosse lo stesso di Madrid: corretto e sportivo. Mertens e Insigne rischiano di perdere contatto con una squadra che li ha valorizzati ma è giusto che facciano anche i loro interessi: quando ti offrono più soldi le scelte economiche vanno fatte. Sta al Napoli scegliere se le richieste dei due sono congrue alle rispettive qualità. De Laurentiis ha una grande fortuna: Sarri. Se sarà bravo a scovare nuovi talenti l’allenatore saprà valorizzarli, proprio come il belga che, da esterno, è diventato centravanti da 20 gol. Oggi le nazionali hanno poco spazio e il ct non è un mago, in pochi giorni deve riuscire a trasmettere un’identità ma era più facile quando c’erano i blocchi di 6-7 giocatori appartenenti ad una sola squadra, come la Juve nel 2006. Si dice che stanno esplodendo tanti giovani ma in altri campionati vedo giovanissimi che sono già titolari. Andrebbe rivisto tutto il movimento calcistico italiano e la scelta degli allenatori di puntare sui calciatori esperti. Faccio un esempio: Pellegrini doveva essere già alla Roma e non al Sassuolo, è giovane ma già fortissimo”.