L’approfondimento – di R. Muni: “Stadio Castellani, un esempio da seguire”
L’ultimo impegno di campionato, prima della sosta per gli impegni della Nazionale di Ventura, ha visto il Napoli impegnato in casa dell’Empoli, conquistando la quinta vittoria consecutiva lontano dal San Paolo. Lo stadio della squadra toscana, intitolato a Carlo Castellani, sebbene sia un impianto di piccole dimensioni e molto lontano dai grandi palcoscenici della massima serie, costituisce un esempio che le squadre più blasonate, le cosiddette big della serie A (e non solo quelle!) dovrebbero seguire. Non parlo di caratteristiche tecniche, quali tabelloni all’avanguardia, coperture amovibili o quant’altro. Parlo del clima di distensione che si respira in qualunque settore dello stadio empolese. Il colpo d’occhio è suggestivo quando si scorgono flotte di bambini e ragazzini che giocano una partita parallela con un pallone rimediato per fortuna. I ragazzini in questione sono di alcune scuole calcio toscane invitate per assistere al lunch match della domenica. Fa notizia anche la mancanza assoluta di un coro contro Napoli ed i napoletani, così come non c’è un solo coro lanciato dai tanti tifosi del Napoli (dire azzurri potrebbe trarre in inganno poiché anche l’Empoli ha gli stessi colori sociali della nostra squadra del cuore) che sia contro la tifoseria di casa. Insomma, per una domenica non è stato inneggiato il Vesuvio a fare pulizia con la lava, non c’è stata offesa razzista nel coro antipatico che ci riservano in quasi tutti gli stadi d’Italia, non c’è stato sfottò o peggiori offese. Non solo: quando dal settore esclusivamente riservato ai tifosi del Napoli si sono levati cori all’indirizzo della odiata vecchia signora, tutto lo stadio si è trovato d’accordo. Solitamente, si tessono le lodi dello storico gemellaggio tra napoletani e genoani ed è giusto farlo poiché questo sodalizio ultratrentennale rappresenta una delle pochissime pagine piacevoli del tifo organizzato. Tuttavia, ritengo sia doveroso sottolineare il piacevole spettacolo ed il clima di grande distensione di cui è stato possibile godere nello stadio toscano pur senza che le due tifoserie fossero gemellate. Al di là del risultato, al di là dei rigori assegnati che potevano essere concessi piuttosto che no, la cosa bella è stata quella di poter fare il tifo ed esultare ciascuno per la sua squadra del cuore, senza correre il rischio di incappare in qualche spiacevole episodio. Qualcuno potrebbe dire che questa è la regola del vivere civile e siamo tutti d’accordo. Tuttavia, il clima che si respira in molti stadi dislocati lungo lo stivale è tutt’altro che piacevole quando la squadra ospite è il Napoli e questo non solo nello Stadium ma anche in realtà di più piccole dimensioni. La realtà dello stadio Carlo Castellani di Empoli è la prova che la grandezza e la quantità non sempre assicurano la qualità e che, anzi, nelle piccole realtà di provincia il calcio è ancora vissuto nella giusta maniera, sana e distesa. Parlando di calcio giocato e di Napoli, la sosta per le nazionali ha restituito Pepe Reina acciaccato e rientrato anzitempo dal ritiro della nazionale iberica. Alla vigilia del doppio big match contro la Juve, in cui gli azzurri si giocheranno gran parte di questa stagione, la tifoseria azzurra è con il fiato sospeso, in attesa di conoscere l’entità dell’infortunio occorso al portierone spagnolo. Affrontare i centottanta minuti contro la Juve, senza la rassicurante presenza del numero uno titolare, costituirebbe una partenza ad handicap che potrebbe risultare persino decisiva. L’augurio è sia quello di vedere Reina regolarmente a difesa della porta azzurra, sia quello che la prossima estate la dirigenza del ciuccio sciolga l’ultimo nodo rimasto, quello del vice del numero uno spagnolo nonché suo futuro erede. Avanti Napoli Avanti!!!
Riccardo Muni