Poco dopo l’area di servizio di Arezzo. A bordo ventiquattro tifosi della Juventus residenti in Campania che si recavano a Genova, per assistere all’incontro contro la Sampdoria. Due automobili affiancano in maniera pericolosa l’autobus e dall’interno i passeggeri iniziano a lanciare pietre in direzione dei finestrini del pullman. L’autista prova ad accelerare per seminare le due automobili, ma di fronte c’è addirittura un van della Mercedes fermo di traverso sulla carreggiata autostradale, a questo punto l’autista è costretto a stopparsi. Si fermano anche le auto e un gruppo di teppisti inizia a prendere a sprangate l’autobus. L’autista riesce a mantenere il sangue freddo. Esegue alcune manovre rapide, riesce a liberarsi dalla trappola e scappa veloce, mentee alcuni passeggeri riescono a segnare i numeri di targa. Gli agenti, diretti dal primo dirigente Paolo Pomponio, scortano il pullman di tifosi Juventini fino alla stazione di servizio più vicina e qui raccolgono le informazioni delle sfortunate vittime del raid teppistico. Fra loro, fortunatamente non c’è nessun ferito. «Chi ci ha aggredito raccontano alla polizia aveva il nostro stesso accento». Napoletani contro napoletani, divisi, evidentemente, però, dalla fede calcistica. Poche centinaia di metri prima del casello di Empoli una pattuglia della stradale intercetta un van con la targa corrispondente a quella della segnalazione. La polizia identifica il materiale come corpi contundenti e lo sequestra. Mentre i passeggeri del van sono tutti segnalati e i loro nominativi trasferiti alla Digos di Firenze che nel frattempo ha preso in carico il caso. Sarà la Digos che deciderà probabilmente già questa mattina come procedere nei confronti dei nove che al momento sono solo indagati a piede libero.
Fonte: Il Mattino