Dal Sassuolo alla furia Donnarumma quanti regali a favore dei bianconeri

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Tutto sommato non è un male e nemmeno un caso che a lamentarsi non sia soltanto una squadra. O non soltanto il Napoli. Milano rossonera è insorta contro Massa, la Juve e quello che definisce il furto dell’anno ma spulciando bene non è l’unico favore arbitrale che in questa stagione ha spinto Buffon e soci ben oltre la propria forza e i propri meriti. Dal Torino al Chievo, dalla Roma al Sassuolo, è lunga la casistica dei cadeau distrattamente o gentilmente elargiti alla vecchia signora. La quale, come al solito fa spallucce riconducendo tutto alla solita nenia con la particolarità, però, che mai come oggi è mezza serie A ad alzare la voce contro il potere esercitato dal club bianconero. Gli arbitri, ovviamente, sono i principali protagonisti. E sul capo dei fischietti nostrani pende sempre questa fastidiosa spada di Damocle dello sponsor: la classe arbitrale italiana, infatti, sulle proprie maglie (esattamente su entrambe le maniche) pubblicizza il marchio Eurovita assicurazioni, grazie a un accordo commerciale sottoscritto con l’Aia e che scadrà nel 2019. Questa società è di proprietà della JC Flowers che, secondo autorevoli fonti giornalistiche di settore (Reuters ad esempio), nel diabolico labirinto dei fondi d’investimento si sarebbe imparentata strettamente con la Exor, ovvero la finanziaria della famiglia Agnelli, nonché principale azionista della Juventus. Di fatto la storia dei regali alla Juventus inizia già alla terza giornata, quando contro i potenti e protetti bianconeri si trova il malcapitato Sassuolo. Mani netto di Chiellini in area ma niente penalty agli emiliani, Di Bello sorvola perché non vede (solo lui) volontarietà nel gesto scomposto del difensore. Saltiamo dieci domeniche oltre, siamo alla tredicesima tornata. Il Chievo ospita a Verona i campioni d’Italia, che sono in vantaggio. Nel convulso finale, con i padroni di casa all’attacco alla ricerca disperata del pareggio, Benatia affossa Spolli. Valeri fa proseguire ma il fallo del marocchino è netto oltre che sciocco. Una bella botta di vita la dà Rocchi, spesso nell’occhio del ciclone quando di mezzo c’è la formazione di Allegri. A urlare è la Torino granata, incavolata nera per due episodi che a fine match peseranno sull’economia del risultato. Decisioni entrambe a favore dei cugini: c’è Lichtsteiner che affossa in area Castan, senza incorrere nella punizione dell’arbitro. Il quale in precedenza non espelle Rugani per fallo da ultimo uomo su Belotti lanciato a rete. Sconfitta che brucia alla luce di quanto accaduto nel derby di un anno fa, quello diretto da Rizzoli, che si fece rifilare una testata da Bonucci, annullò un gol regolare a Maxi Lopez e non espulse Alex Sandro. Il turno successivo a quello del derby torinese mette di fronte Juventus e Roma. Fischia Orsato che al momento giusto trattiene il respiro: Chiellini contrasta pesantemente e irregolarmente Dzeko. Ci sarebbe penalty a favore del centravanti bosniaco, non così per il direttore di gara. Allegri vincerà lo scontro diretto e inizierà ad allungare in classifica su Napoli e giallorossi. Dito puntato e ambiente caldissimo alla quarta di ritorno durante il derby d’Italia con l’Inter, spesso macchiato da forti contestazioni. Gli juventini stentano, trovano il gol con Cuadrado e poi difendono. Più con le cattive che con le buone. Chiellini strattona Icardi. Pare rigore solare, come pure il contrasto tra Lichtsteiner e D’Ambrosio. La chicca di Rizzoli è quella del passaggio involontario di Chiellini a Icardi, che fila tutto solo verso Buffon. Il bolognese ferma l’azione inventandosi una palla in movimento. Alla fine, proprio lui che in passato si era beccato i vaffa di Totti e la testata di Bonucci senza battere ciglio, espelle Icardi che calcia da venti metri il pallone contro la terna arbitrale. Singolare poi è il fatto che, in regime di silenzio stampa assoluto per gli arbitri, il solo Rizzoli abbia derogato due volte: la prima volta precisando di essere stato lui a mettere la testa contro Bonucci e la seconda pochi giorni fa, quando ha sottolineato la eccessive lamentele degli interisti. La settimana dopo il teatro è sempre lo Stadium torinese, in coppa Italia Rizzoli passa il testimone a Valeri. Paga dazio il Napoli, colpito e affondato due volte dagli undici metri. C’è massima punizione per un contatto Dybala-Koulibaly a palla lontana, niente invece quando Pjanic aggancia Albiol in area, con Valeri a cinque metri. Sugli sviluppi Reina in uscita prende palla su Cuadrado che gli va contro, Valeri è a cinquanta metri ma vede e provvede a modo suo. Prima del rigore di venerdì sera ottenuto contro il Milan, dubbio e a tempo scaduto, la Juve aveva pareggiato a Udine l’unica partita della stagione: era però inesistente la punizione fischiata da Damato che aveva portato al pareggio di Bonucci. Il cerchio (per ora) si chiude qui, in un’ipotetica classifica redatta in base ai torti e ai favori subìti, la capolista oggi beneficia di almeno cinque punti in più. La morale è semplice, o ha ragione Sarri: «Forse siamo tutti pazzi». Oppure aveva visto giusto il brasiliano Dunga quando militava nel nostro campionato: «Giocare a Torino è come andare nella foresta e incontrare il leone. Ma almeno il leone ti mangia, non ti truffa».

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Fonte: Il Mattino

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