C’è voluto un po’ di tempo per scoprire cosa sia Marko Rog: si chiama praticantato, con Sarri dura quel che il tecnico ritenga sia «il necessario». Ma quando allo Juventus Stadium e poi all’Olimpico – due partite vere in quattro giorni – gli è toccata la maglia da titolare, allora s’è intuito che il processo di apprendimento è stato virtualmente completato. Ora Rog, arrivato in estate dalla Dinamo Zagabria, deve migliorarsi ancora, ma comunque resta ciò che si è intravisto: fisicità, padronanza tecnica assoluta, rapidità di calcio e anche di pensiero, le due fasi che si mescolano e ne fanno un talento. La new entry per il finale.