Avellino, ad aprile il club e calciatori saranno chiamati in giudizio
Il Collegio di Garanzia del Coni, presieduto dall’ex ministro Franco Frattini, ha respinto il ricorso di nove società (e tesserati) che avevano chiesto l’affermarsi del principio della «perentorietà dei termini procedurali» del Codice di Giustizia Sportiva in alcuni procedementi. La pronuncia è stata molto importante, non solo per i club che avevano posto in essere l’appello presso il massimo organo di giustizia sportiva, ma anche perché sarebbe stata, probabilmente, decisiva per il processo che vede coinvolto l’Avellino con udienza aggiornata al 7 aprile. La difesa del club irpino, affidata all’avvocato Eduardo Chiacchio, aveva eccepito errori procedurali. I ricorrenti al Coni puntavano alla cosiddetta “statuizione” dell’inosservanza dei termini perentori da parte della Procura Federale, allo scopo di giungere all’estensione del precetto ad altri processi analoghi e invalidarli così per un vizio formale. In caso di giudizio positivo, infatti, si sarebbe determinato, un vero e proprio effetto domino con il proscioglimento di tutti i soggetti coinvolti in procedimenti similari, in cui cioè la perentorietà dei termini fosse stata elusa dalla Procura federale. Questa decisione, invece, per ora negata dal Coni, in attesa delle motivazioni, impedisce ad altri deferiti di beneficiare del vizio procedurale che comprometterebbe il regolare svolgimento del processo.
RINVIO AL 7 APRILE. Il club irpino, dunque, e alcuni suoi ex tesserati e dirigenti, saranno chiamati in giudizio il prossimo 7 aprile. Accogliendo la richiesta formulata dai difensori di parte al fine di garantire il corretto esercizio del diritto di difesa, il Tribunale Federale Nazionale presieduto da Cesare Mastrocola aveva rinviato al mese prossimo la prosecuzione del dibattimento relativo ai presunti illeciti a carico di alcuni ex calciatori dell’Avellino e della stessa società campana in relazione alle gare di B Modena-Avellino (17/05/2014) e Avellino-Reggina (25/05/2014). Nel corso dell’udienza dello scorso 3 marzo, il Procuratore federale aveva chiesto -7 punti e un’ammenda di 145 mila € a carico dell’Avellino, 6 anni di squalifica e 20 mila € di ammenda per i calciatori Armando Izzo, Francesco Millesi e Luca Pini con preclusione, un tecnicismo che impedisce di chiedere la grazia e uno sconto di pena. Sono 3 gli anni di squalifica e 50 mila € di ammenda per Maurizio Peccarisi; 6 mesi di squalifica e un’ammenda di 30 mila € per omessa denuncia per i calciatori Fabio Pisacane, Luigi Castaldo, Mariano Arini e Raffaele Biancolino, mentre per l’ex presidente e ora amministratore unico dell’Us Avellino, Walter Taccone, la sanzione richiesta è di 9 mesi di inibizione e 45 mila € di ammenda.Corriere dello Sport