L’editoriale di Auriemma: “Presidente, tecnico, gruppo riecco “le 4 giornate”
Lo scrive sul Corriere dello Sport
“Non è il caso di riaprire i libri di storia per associare la reazione del Napoli Calcio a quella del popolo di Napoli nel settembre del 1943. E’ bello però immaginare che le “quattro giornate del Napoli” siano state animate da un piccolo balilla partenopeo che ha preso per mano la squadra nella notte di mercoledì a Madrid e l’ha trascinata a suon di gol fino al pranzo della domenica in quel di Verona. Sponda Chievo, ovviamente, dove gli azzurri hanno giocato e vinto per se stessi, per Sarri, per il Napoli. Una reazione ad una sconfitta meritata e giustificata dalla grandezza degli avversari, ma non una “insurrezione popolare” scatenata contro qualcuno. No, la risposta vincente di Verona non poteva essere certamente indirizzata a De Laurentiis, il presidente molto passionale e forse anche troppo incline ad ascoltare chi gli ronza intorno nelle partite del Napoli. Troppi ronzii nelle sue orecchie, sussurri che gli arrivano puntualmente da quelli che lo accompagnano per vezzo o per il gusto della telecamera. Tutti convinti di saperne di calcio più di chi mette in campo la squadra ed involontari “stimolatori” di certe reazioni focose del presidente. Nessun dramma e nessun dorma: De Laurentiis si è già lasciato alle spalle lo sfogo di Madrid, anche se tanti tesserati del club azzurro non hanno più chiuso occhio da quella notte, per la rabbia e l’ingiustizia delle critiche aureliane. Sono le cose del calcio, quelle preferibilmente da evitare, eppure inevitabili per i grandi interessi che muove quello che un tempo era soltanto un gioco ed oggi è una delle più floride industrie europee. Ogni tanto succede e pazienza, tanto gli effetti degli “scazzi” sono positivi soprattutto per i destinatari delle valutazioni negative del patron. A cominciare da Sarri che ne ha guadagnato in punti di classifica ed in considerazione agli occhi dei tifosi che sanno riconoscere le capacità di chi ne ha. Con Sarri sono cresciuti tutti: i calciatori nel valore tecnico ed economico, oltre al club che sta costruendo una realtà solida, nella contabilità e nella prospettiva di successi futuri. A partire da questa stagione, che sembrava dovesse essere quella di transizione dopo l’addio di Higuain. Invece, vai a leggere tra le pieghe delle classifiche e ti accorgi che i gol segnati sono 60, un record dopo 25 giornate di campionato, ed anche meglio di un anno fa: con il Pipita erano solo 53. La media gol degli azzurri è di 2,4 a gara, senza aver avuto un bomber di riferimento per larga parte della stagione ed avendo stimolato la capacità realizzativa di tutti i calciatori d’attacco. Potrebbe mai De Laurentiis di fronte a questi elementi positivi, lamentarsi del rendimento di Sarri e della squadra senza “cazzimma”? Ovviamente no, a meno che la sua sfuriata non sia stata provocata dalle tante avance che ricevono quasi quotidianamente i suoi calciatori ed il suo allenatore. La clausola (o penale) da 8 milioni di euro sul contratto di Sarri, a partire dal 2018, è solo un modesto palliativo nel caso in cui un’altra società facoltosa decidesse di prendersi il miglior allenatore in circolazione. De Laurentiis è conscio del valore di Sarri, prova a blindarlo, e certe sue esternazioni sopra le righe non sono altro che scenate di gelosia che il patron riserva a tutti gli uomini sui quali ha creduto quando sembrava che fosse un passo indietro per il Napoli puntare tutto su di loro”.