Ora ci è entrato di diritto, il posto tra le stelle gli spetta. Da Madrid a Verona, rieccolo il genietto che si riavvicina alla doppia cifra con in più otto assist. Lorenzo Insigne non è rimasto in Spagna, è tornato e ci crede, ci crede davvero. «Noi ci crediamo e sappiamo che possiamo farcela». Dopo aver commesso l’unico errore della sua partita che consente ai clivensi di ripartire in contropiede, arriva la giocata buona, quella per la conclusione che gli è più cara. 1-0 e gli viene naturale correre, per andare incontro alla panchina, per andare a ringraziare Sarri. Sta cercando di battere se stesso, quello dello scorso anno in cui ne fece dodici in campionato, uno solo in Europa. Ma adesso restano ancora tre fronti aperti e un bel po’ di partite da giocare. C’è il campionato, c’è il ritorno con il Real Madrid, nel quale serviranno due gol per continuare a galleggiare in quell’Olimpo; e poi c’è la Coppa Italia, due partite con la Juventus, poi chissà, lo deciderà il destino. O anche Insigne, che ha segnato spesso e che proprio adesso non vuole fermarsi: perché il bello del calcio è il gol.