Raul Albiol, il difensore del Napoli, parla a Uefa.com a pochi giorni dalla sfida con la sua ex squadra, il Real Madrid, dove ha giocato dal 2009 al 2013 per la gara di andata degli ottavi di finale di Champions League.
L’effetto Bernabéu…
“Credo che giocare al Santiago Bernabéu sia speciale per ogni giocatore perché è uno dei migliori stadi al mondo e l’atmosfera nelle serate di coppa è fantastica. Sappiamo quanto sarà dura. I loro tifosi si scaldano molto per le partite di Champions League. Per qualificarci ci servono due ottime prestazioni, se non perfette”.
Pressione? “Quando scendi in campo pensi solo alla partita. Ovviamente cercheranno di metterci sotto pressione, ma noi penseremo a tenere il pallone, restare concentrati e fare una bella prestazione. Al resto non ci pensi quando scendi in campo. Il Real Madrid è fortissimo in casa ma noi cercheremo di strappare un buon risultato in vista del ritorno”.
Il suo passato al Real “Giocare per il Real Madrid ti rende felice perché sai di giocare per la squadra che storicamente è la più forte al mondo. Da giocatore senti la pressione di dover vincere sempre, ma posso dire di aver imparato tanto nei quattro anni passati al Bernabéu e vedere dei vecchi compagni sarà un vero piacere. Sarò sempre grato a club, tifosi e compagni di squadra. Ho ricordi buoni e meno buoni in campo ma è stata un’esperienza magnifica. Tornare sarà speciale ma ovviamente ogni squadra ha i suoi obiettivi. Il Real vuole passare, ma anche noi. Daremo tutto quello che abbiamo”.
Sorprese possibili? “Sappiamo che il Real Madrid è favorito perché lo è sempre, storicamente. Sono i campioni in carica e hanno più chance di qualificazione, ma in una sfida tra andata e ritorno ci può stare la sorpresa. Dovremo fare bene all’andata per cercare di completare il lavoro al ritorno”.
I metodi di Sarri “E’ molto simile a Luis Aragonés per come si comporta e come gestisce la squadra. Ovviamente è molto più giovane, circa 20 anni di differenza, e quindi ha idee diverse su tattiche e modo di giocare, ma ama il possesso palla come Luis Aragonés che con la Spagna nel 2008 e 2009 ha reso famoso il tika-taka in tutto il mondo”.
“Sarri fa giocare le sue squadre sempre all’attacco. E’ un grande allenatore, piace a me e a tutta la squadra. Ci piace il suo metodo e si vede dai risultati. Speriamo di raggiungere i nostri obiettivi, è dura perché siamo sempre chiamati a dare il massimo, ma vogliamo un trofeo e Sarri lo vorrebbe più di tutti”.
“Lavora come un pazzo per far vincere il Napoli. E’ arrivato con un approccio positivo e l’intera rosa è rimasta subito ben impressionata. Non siamo partiti bene, ma solo perché ha un metodo di lavoro speciale e ci è voluto del tempo per adattarci. Ma siamo migliorati costantemente e adesso gli siamo grati per i metodi che ci ha insegnato e continueremo a lavorare duramente fino al termine della stagione”.