Ancelotti: “Una squadra che ti fa 7 gol in trasferta è fortissima. Giocare contro il Real Madrid è sempre difficile, ma anche giocare contro questo Napoli non è facile”
Carlo Ancelotti, allenatore del Bayern Monaco, ha parlato ai microfoni del Corriere dello Sport.
Chi la vince la Champions? “Si comincia bene…”.
Allora facciamo noi i nomi, i più facili: Real Madrid, Bayern Monaco, Barcellona. Ci mettiamo pure la Juve? “Sì, anche la Juve. Ma questa Champions possono vincerla sette squadre, quelle che ha appena citato, più l’Atletico Madrid, il Paris Saint Germain e il Manchester City”.
Una folla. “E’ aumentato molto l’equilibrio fra le grandi squadre in questa stagione. Non c’è una favorita-favorita. E’ cresciuta la Juventus, non è sceso il Paris Saint Germain, in più c’è il City che ha un allenatore che conosce bene questa Coppa”.
Il Bayern come sta giocando? “Nell’ultima partita di Coppa di Germania abbiamo tenuto il Wolfsburg nel suo centrocampo per 80 minuti, poi, visto che eravamo ancora sull’1-0, negli ultimi 10′ abbiamo tremato”.
Come le altre grandi nemmeno il Bayern sembra nella condizione ideale. “In effetti nel girone d’andata sia noi, che il Barcellona, il City, lo stesso Psg, abbiamo avuto qualche problema, non siamo stati al top. Adesso però le cose migliorano per tutti. Noi del Bayern ora stiamo bene, anche se non abbiamo giocato benissimo in queste ultime partite. Però abbiamo ricaricato un po’ le batterie per il finale di stagione. I risultati adesso sono eccellenti, la qualità del gioco non tanto, ma miglioriamo di sicuro. C’è di buono che stiamo recuperando Boateng dopo l’operazione alla spalla e sarà pronto a fine febbraio, è un giocatore fondamentale per la difesa. Abbiamo solo un problemino con Ribery, gli altri stanno tutti bene ed è un vantaggio avere tutti a disposizione quando riparte la Champions”.
Le dispiace che il prossimo anno non potrà più allenare Lahm? “Mi dispiace eccome, ma è una scelta sua. Gli ho parlato a lungo, gli ho detto che per la qualità e la condizione che ha oggi, a 33 anni, poteva andare avanti tranquillamente al suo livello. Ma Lahm è stato ed è un grande professionista e mi ha risposto: “Voglio fare questo lavoro al cento per cento, non al novanta””.
Gli ha detto di Totti? Forse continua ancora una stagione e ha 7 anni più di Lahm. “Certo che gli ho parlato di Francesco e della sua scelta, gli ho fatto anche l’esempio di Maldini, ma non c’è niente da fare. Gli ho parlato perfino di me”.
In che senso? “Anch’io ho smesso a 33 anni, ma in campo sembrava che ne avessi 43…”.
Una curiosità: c’è stato anche un problema di campi per il Bayern? Quando avete vinto contro il Werder il campo di Brema sembrava una lastra di ghiaccio. “No, no. Qui i campi sono tutti riscaldati, non c’è mai il ghiaccio. Non sono verdi e sono un po’ brutti solo perché quassù è stato molto freddo”.
Fra Real Madrid e Barcellona chi preferisce sul piano del gioco? “Mah, il Barcellona ha perso un po’ del suo famoso possesso palla. E’ diventato un po’ come il Real Madrid, magari non così verticale, ma ora gioca meno in orizzontale rispetto al passato”.
Anche questo forse è un cambiamento: il Bayern con lei, l’Atletico con Simeone, il Real con Zidane, il Barcellona con Luis Enrique, l’ultimo Napoli con Sarri, il Leicester con Ranieri, l’asse verticale ha preso il posto dell’asse orizzontale, attacco in profondità invece del possesso palla. “A noi piace fare il possesso palla, al Barcellona anche, non è che viene trascurato, però di sicuro c’è più verticalizzazione. Il Siviglia, tanto per fare un esempio diverso, fa un ottimo possesso palla”.
La grande novità di questi ottavi è il Leicester. Che deve fare Ranieri, pensare alla salvezza in Premier o puntare ai quarti in Champions? “Il Leicester deve fare quello che cercano di fare tutti, vincere in campionato e in Coppa. Non ho mai creduto alla possibilità di scegliere una competizione a scapito dell’altra. In questo periodo tutte le partite sono importanti”.
Lei parla di un nuovo equilibrio e in questa prospettiva il Napoli può essere la grande novità? “Il Napoli non mi sorprende, lo sto seguendo e vedo che gioca molto bene. Quello che sorprende, semmai, è che sia riuscito a mantenere la sua straordinaria qualità offensiva anche senza il suo giocatore più importante, Milik. Ma rientra adesso?”.
E’ tornato in panchina a Bologna, ora tutto è nella mente di Sarri. A proposito, ha visto il 7-1 di Bologna? “Ho visto i gol. Una squadra che in trasferta, nel campionato italiano, fa 7 gol vuol dire che è fortissima”.
Puntata sulla Serie A: la Juve ha già perso 4 partite, eppure sembra inattaccabile. “Il suo vantaggio è notevole, la sua forza pure. Che sia la candidata allo scudetto mi sembra ovvio. Però vedo che Roma e Napoli non hanno intenzione di mollare e, se non mi sbaglio, la Juve giocherà i due scontri diretti all’Olimpico e al San Paolo. Come dice Allegri, il campionato non è chiuso”.
Ha visto l’impresa del Milan a Bologna: mezz’ora in 10 e mezz’ora in 9 e ha vinto la partita all’ultimo minuto. “Ho visto. Quelle sono partite che possono segnare una stagione. Montella non ha una squadra attrezzata come le altre tre grandi, però non mancano i buoni giocatori né lo spirito. Il Milan tornerà ad essere protagonista nel calcio italiano”.
Passaggio sulla Bundesliga: è un osso duro il Lipsia. “Sì, è vero, è una squadra che non molla. Sarà una battaglia fino alla fine”.
E’ ancora più dura per la sua ex squadra, il Psg. In Francia sembra l’anno del Monaco. “Tre punti di vantaggio non sono male, ma gente come Verratti e Cavani non cede facilmente”.
Poi la Liga. “Qui non cambia mai niente: Real o Barcellona e poi l’Atletico, anche se ora è un po’ staccato ed è dietro al Siviglia, una delle novità più interessanti non solo in Spagna”.
Torniamo alla Champions: chi sarà la sorpresa? “Non lo so, proprio perché c’è tanto equilibrio e lo possiamo vedere già dalle partite degli ottavi, noi giochiamo con l’Arsenal, non proprio un avversario qualunque, il Barcellona incontra il Paris Saint Germain. E anche Napoli-Real Madrid non è scontata”.
Azzurri e merengues, il gioco contro i giocatori, o meglio, il gioco stupendo contro i giocatori stupendi. “Posso dirle questo: giocare contro il Real Madrid è sempre difficile, ma anche giocare contro questo Napoli non è facile”.
Cosa teme di più dell’Arsenal? “La qualità che ha davanti con Özil e Sanchez, è una squadra che gioca bene a calcio e lo ha sempre fatto”.
Negli ottavi ci sono quattro tecnici italiani, lei, Ranieri, Allegri e Sarri. Nessun altro Paese ha così tanti rappresentanti. Che vuol dire? “Che siamo bravi, che i tecnici italiani sono apprezzati in tutta Europa e che la scuola italiana è all’avanguardia”.
E pensare che manca Conte col Chelsea… “Già, sennò avremmo stravinto: cinque su sedici. Ma basta aspettare un po’ e arriva anche lui”.
E’ rimasto sorpreso dalla sua prima stagione londinese? Sta seguendo le sue impronte: via dall’Italia, al primo anno sulla panchina di Stamford Bridge sta per vincere il titolo inglese. “Sorpreso no. Conte è stato bravissimo, la squadra gioca molto bene, ha trovato una continuità impressionante. Non era facile, perché il Chelsea l’anno precedente aveva fatto male. Ma Antonio ha saputo trasformare questo dato in un vantaggio, puntando sulla motivazione dei giocatori”.
Stiamo parlando di Champions, la più affascinante competizione calcistica d’Europa. Allora chiediamo a lei, che ha dimora in questa Coppa da quando ha iniziato ad allenare: le viene mai in mente di andare a lavorare nella danarosissima e generosissima Cina? Risata. “Ci salva ancora la competitività del calcio europeo e quindi non ci penso ad andare in Cina”.
Fonte: CdS