Sarri: “La mia carriera è iniziata per caso. Higuain? Come si fa con i figli.Alla fine non puoi…”
. Maurizio Sarri ai microfoni di Sky Sport all’interno dello speciale «Mister Condò» dove gli allenatori si raccontano a cuore aperto a Paolo Condò. Dopo Conte, Mancini, Lippi e tanti altri grandi della panchina anche Sarri si è concesso in un’intervista decisamente fuori dagli schemi.
Dal passato al presente, con un occhio rivolto inevitabilmente alla sfida di Champions contro il Real Madrid. «È una squadra che ti può ribaltare una partita anche nel giro di pochi minuti. C’è la soddisfazione di andare a fare una gara importante, contro la squadra forse più importante del mondo in uno degli stadi più importanti del mondo. C’è il timore che prende tutti, è inevitabile, nessuno è un super uomo e ti chiedi saremo all’altezza di questi? E io credo di sì alla fine, potranno avere qualcosa in più, ma in partita possiamo starci. Un giorno potrò dire ho giocato al Bernabeu una partita di Champions».
Umiltà prima di tutto, perché dalla sfida al Real ai ricordi di gioventù nel calcio di provincia è un attimo. «L’allenatore l’ho fatto per la prima volta a 15 anni con gli allievi del Figline. Quel giorno, poco prima della partita, l’allenatore fece storie con un dirigente e lasciò la squadra prima di salire sul pullman. A quel punto dissi all’autista di fare il guardalinee e all’arbitro che il nostro allenatore aveva avuto un problema e sarebbe arrivato in ritardo. La squadra in campo la misi io e vincemmo 2-1».
Dai dilettanti alla Champions e a De Laurentiis. «Solitamente molto sereno, è un presidente che ha momenti di incazzatura improvvisi, ma brevi. Dopo pochi minuti torna quello di prima. Io non ho chiesto nulla, non sono un tecnico di questo tipo: ormai in questo lavoro nessuno parla più di campo ma solo del mercato. Anche perché sono in un club in cui non è fattibile, altri in Europa hanno fatturati molto elevati. È giusto che lui salvaguardi la società».
Inevitabile, poi, un passaggio anche sul suo rapporto con Higuain. «Non mi aspettavo che scegliesse la Juventus. Non l’ho sentito per un po’ e sinceramente non volevo neanche sentirlo. A Gonzalo devo molto, con me ha fatto cose straordinarie. Con lui ho la stessa sensazione che si prova verso un figlio che ti fa incazzare, ma che comunque gli vuoi bene».
E di Sarri è lo stesso Paolo Condò ad averne apprezzato innanzitutto le qualità umane. «Mi ha lasciato la sensazione di un personaggio diverso dal main stream del calcio. Ha una storia molto lunga nel calcio dilettantistico e non un passato da calciatore di spessore, cosa che fa emergere figura umana prima ancora che quella professionale dell’allenatore. Chi mi ricorda? Sacchi per il fuoco dentro e la passione che lo muove prima ancora dei soldi. Ma anche per il suo essere arrivato vergine dal punto di vista mentale al calcio giocato. Di Guardiola ha la stessa meticolosità nellavoro: ore e ore trascorse a studiare video di azioni di gioco. Mentre, come Mourinho ha uno strano modo di di comunicare: dice tutto quello che gli passa per la testa. Mi sono chiesto quanto sia una strategia e quanto una non scelta perché non è mai banale».
Si sono incontrati in un ristorare a pochi passi dal centro di Castel Volturno, «Perché non voleva perdere troppo tempo da dedicare al lavoro, ma poi dopo cena si era fatto tardi e credo sia andato a dormire per davvero».
Fonte: Il Mattino