Maradona: “I rapporti con la camorra, la droga, il traditore Icardi e i miei figli: vi racconto tutto…”

Diego Armando si racconta nell'intervista con Maurizio Costanzo

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Su Canale 5 è andata in onda “L’intervista”, il programma in seconda serata di Maurizio Costanzo.
Il protagonista? Diego Armando Maradona.
Riviviamo tutte le fasi dell’intervista al “Pibe de oro”.

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Ringrazio Diego per le emozioni che mi ha dato, segnando alcuni gol straordinari e delle prodezze irripetibili.
Come mai due orologi?

Per le mie due figlie, così posso sapere quando posso chiamarle quando sono in giro per il mondo (ride, ndr).

Il soprannome “Pibe de Oro” come nasce?
Nasce a Napoli, tutta la vita sono stato “El Pelusa”, per i capelli.

Delle prime squadre cosa ricorda?
Ricordo che litigai con il presidente del Barcellona, poi arrivò il Napoli che mi prese.

A 19 anni vinco la Coppa del Mondo Juniores in Giappone, lì ho capito che allenandomi in una squadra forte sarei diventato grande.

Sull’infortunio…
Presi la palla nella nostra metà campo, non capisco ancora oggi come Goikoetxea abbia fatto a entrarmi così a due piedi a sessanta metri dalla porta.

Com’era la sua infanzia?
Avevo sette fratelli, dormivamo tutti nella stessa stanza. Mangiavamo in un posto vicino al letto.
Dico sempre che papà ha fatto i miracoli per farci mangiare tutti, ma c’è una cosa che voglio raccontare: ho capito a 12-13 anni che a mia madre la sera faceva male la pancia, perché voleva che mangiassimo più noi di lei.

I miei genitori mi mancano molto, ero il preferito di mamma, di papà quasi perché mi portava ad allenarmi sempre. Non avevamo giocattoli, avevamo amore.
Guardavamo i ragazzi con le biciclette, la macchina nuova, il pallone più bello… Noi non avevamo niente, ma eravamo sempre sorridenti, non provavamo invidia.

Sui rapporti con tuo padre…
Prima è morta mamma, ero più legato a lei, le raccontavo tutto, è stata la mia prima tifosa. Papà non aveva il tempo per fare l’amico con me, se avesse giocato con me non avrebbe potuto dormire: si alzava alle 4 di mattina per andare a lavorare in fabbrica e tornava alle 5 del pomeriggio.

Il sorriso che lei fa quando vede le immagini di Napoli mi fa pensare che sia ancora tanto affezionato…
Napoli continua a essere nel mio cuore, mi ha dato la possibilità di giocare un’altra volta a calcio alla grande: venivo da un Barcellona strepitoso, col Napoli ho potuto competere con le squadre del nord.

A Roma, quando lei fu acquistato, si disse che era la decisione del Governo per dare una fonte di distrazione alla città, mettendo insieme un consorzio di banche per pagarlo…
Non lo so, ma sarebbe una cosa bella. Alla conferenza un francese disse che mi aveva pagato la camorra, questo era di sicuro più brutto.
La camorra con i giocatori non è come con la gente normale, a noi non dicevano niente, volevano che noi dessimo alla città lo scudetto.

L’esordio nella Nazionale Argentina a 16 anni
In Argentina si arriva prima a giocare in prima squadra, quindi non c’è nulla di strano.
L’Argentina non stava bene in nessun momento dei mondiali, e anche ora non sta bene economicamente: tutto questo disagio lo sentivo dentro di me, per questo mi legavo di più e volevo fare questo legalo al popolo.
Andiamo tutti a letto sognando di giocare a calcio, e di fare il gol più bello del mondo: a me è toccato in un mondiale a 26 anni.

Di quale donna sei stato più innamorato? E con chi hai qualche rimpianto?
Sicuramente la mia prima moglie, lei è stato il primo amore della mia vita anche se ci sono cose giudiziarie; le figlie sono dalla parte della mamma.
Ora sono tremendamente innamorato di Rocio, è piccola, ha 26 anni; l’ho vista per strada, e ho fatto del mio meglio: un occhiolino, le ho chiesto se potevamo prendere un gelato, lei ha rifiutato e io attraverso un amico le ho fatto sapere che mi piaceva moltissimo. Siamo andati a mangiare e poi dieci giorni per feste e ristoranti, fino a quando è arrivato l’amore.

Il problema più grande è stato la droga: la droga uccide, io sono fortunato ad essere qui; se avessi continuato, sarei morto. Ormai ho smesso tredici anni fa, ora posso alzarmi felice la mattina.

Rocio sa che come amo lei, domani potrebbe arrivare un altro amore. E se questo lo pensasse anche lei? L’ammazzerei (ride, ndr).
Non voglio figli per la distanza di età, ne ho già cinque che mi rendono felice.

Diego Armando? Ho sempre voluto vederlo, ma mi sono sempre fermato; appena l’ho conosciuto me ne sono innamorato, è uguale al papà! Ora sta vicino a me, lavora con me e lavorerà con me nell’Accademia Maradona a Dubai.
I miei figli prenderanno tutto ciò che era del padre, sarebbe bello unire tutta la mia famiglia.

E’ stato un padre assente o bravo? 
Sono stato assente, ho lavorato tutta la vita, anche quando ero malato. Oggi però i miei figli possono dire che sono un bravo papà.

Potrebbe essere il nonno d’oro?
Sì, ma prima voglio un sesto figlio, mi piacciono i numeri pari.

Che ricordi hai delle notti bravi con donne, droga e malavita napoletana?
Uscivo di notte e incontravo questa gente, mi fotografavano; io non chiedevo il passaporto per farmi fotografie, non sapevo fossero camorristi. Alla camorra non ho mai chiesto niente, loro mi hanno dato la sicurezza che alle mie due bambine non sarebbe successo niente.
Parlai con Carmine Giuliano dopo la Coppa America dell’87 e su “La Gazzetta dello Sport” uscì che se non fossi tornato a Napoli avrebbero fatto del male alle mie bambine: lui mi rassicurò, dicendo che a loro non sarebbe successo niente.

L’errore più grande della mia vita è stata la droga, la presi per la prima volta a Barcellona. Janina mi disse “papà, devi vivere per me”: io ringrazio Dio, perché lui ha ascoltato Janina e mi ha fatto vivere.

Sui problemi col Fisco…
Era brutto perché io non facevo i contratti, li facevano il mio agente e Ferlaino: perché dovevo andare io in galera?
Ferlaino può camminare tranquillo, stessa cosa Coppola, e io quando entro in Italia devo lasciare tutto.
Ora stiamo parlando con Equitalia, perché non è giusto che non possa fare niente in questo paese dopo aver fatto tutto col Napoli.

Sul rapporto con alcuni nemici…
Icardi? Un traditore. Solo un traditore può portare a casa a cena un amico e poi sposarsi con la moglie.
Con Pelè non mi piace litigare, Icardi sarà anche un gran giocatore ma ciò che ha fatto a Maxi Lopez lo rende un traditore nella vita, pagherà. E’ vero fa tanti gol, ma Batistuta è dieci volte Icardi.

Papa Bergoglio? Deve continuare, con lui abbiamo toccato un punto altissimo. L’altro papa non trasmetteva nulla, lui sta facendo cose nel Vaticano da fuoriclasse.

Ora sono a Dubai, faccio l’amore con Rocio e gioco a calcio ogni tanto

C’è qualche sassolino da togliere dalla scarpa?
Mi hanno detto sempre che non ho riconosciuto Diego Armando per tanti anni, ho perso tanto tempo con un figlio meraviglioso.

Ogni tanto sogna di entrare di nuovo in campo? 
Vorrei tanto continuare a giocare, se potessi giocare venticinque anni nel calcio di oggi sarei il più felice del mondo.

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