17 e 34, ma non è un ambo. Non si prendereanno per mano, Gigio Donnarumma e Pepe Reina, ma in campo a San Siro ci andranno entrambi per lo stesso motivo: vincere. Uno esattamente a metà dell’ altro, per l’anagrafe. 17 gli anni del giovanissimo portiere stabiese, 34 quelli dell’ esperto estremo difensore spagnolo. Due tipi differenti, a loro modo personaggi, due modi diversi di stare tra i pali. Pepe che sognava il Real Madrid mentre faceva la trafila e si affezionava al Barcellona, Gigio nelle scuole calcio di Castellammare fino a quattordici anni prima di fare la valigia e partire, destinazione Milano. C’è il suo zampino nella Supercoppa di Doha, strappata alla Juventus, Reina è stato campione d’Europa e del mondo con la sua Spagna, alla quale resta aggrappato sia pure come dodicesimo, mentre Donnarumma fa il conto alla rovescia. Bravo tra i pali, anche se gli esperti del settore notano più di un difetto da correggere a livello di posizionamento, il numero uno rossonero fa valere il fisico nelle uscite. Se la cava con i piedi ma possiede quello che ogni grande portiere dovrebbe avere: self control. Reina ha doti innate a livello di palleggio, in effetti è il primo regista della squadra, quello che fa nascere quasi tutte le azioni. Posizionato sempre in maniera ottimale, impeccabile nelle uscite uno contro uno, capo carismatico dello spogliatoio, sa trasmettere sul rettangolo verde il feeling intenso con la città. Il leader del Napoli, il capitano fuori dal campo, indiscusso trascinatore. Passerà attraverso il suo rinnovato entusiasmo di blindare la difesa, la voglia matta degli azzurri che sanno di dover modificare qualcosa in difesa. È lì che si vincono gli scudetti e il Milan di Donnarumma dirà se il Napoli può ancora sognare. (Il Mattino)
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