Senza inamovibili, senza indispensabili. Quando è andato via sembrava che il baratro si aprisse sotto i piedi di una squadra ancora troppo legata all’idea di dover avere il bomber per antonomasia, invece il terreno è diventato solido, quasi granitico, di fronte alle certezze che il coach tosco-partenopeo ha saputo trasmettere al Napoli. I 12 gol segnati da Mertens (10 da quando gioca stabilmente da centravanti) rappresentano la conferma più esplicita, oltre a fornire a Pavoletti e a Milik, tutto il tempo necessario per tornare al meglio. Tonelli lo insegna. Erano in tanti ad ipotizzare un taglio ormai prossimo per il difensore mai utilizzato fino alla gara con la Sampdoria. Si sono dovuti ricredere. Domanda: nelle ultime tre partite (Sampdoria e Pescara in campionato, Spezia in Coppa Italia) qualcuno si è accorto oppure ha lamentato le assenze dei vari Ghoulam, Koulibaly o Milik? La risposta è “no” e non perché ora non sono più utili alla causa del Napoli, ma perché Sarri può contare su Tonelli e Strinic, oltre a Maksimovic, Rog e Diawara, tutti ragazzi già pronti per le grandi sfide. E la cui assenza oggi diventa motivo di discussione tra i tifosi che non sanno più chi schierare in formazione alla vigilia delle partite del Napoli. (CdS)
