Il Mattino – “Azzurri a ritmo Champions ed ora la Juve è più viicna”
L’hanno piegata i viola di Paulo Sousa, candidato a sostituire Allegri a Torino nella prossima estate. Non è bastato il gol di Higuain, d’altra parte vi erano stati incoraggianti segnali per le rivali, come la sconfitta in Supercoppa contro il Milan a Doha. Sorride Spalletti. Sorride Sarri. Pur sprecando un tempo, come era accaduto contro la Samp otto giorni prima al San Paolo, il Napoli non ha perso la battuta rispetto alle altre inseguitrici dei bianconeri. Ha chiuso la pratica Pescara – peraltro non particolarmente complicata: abruzzesi con dieci assenti e un giocatore arrivato al San Paolo dopo aver mangiato una rustichella all’Autogrill, il tecnico Oddo ha messo la sua squadra sul livello della Longobarda di Oronzo Canà – in un paio di minuti all’inizio della ripresa e ha poi provato un brivido, uno soltanto, quanto Strinic ha appoggiato il pallone sul piede sbagliato, quello di Gilardino, che ha fallito l’occasione per ridurre il distacco dagli azzurri e dare fiato alla sua nuova squadra, l’unica a non aver vinto una sola partita nei campionati professionistici, bloccata all’ultimo posto. Come al solito, il Napoli non si fatto mancare nulla. Né in bene né in male. Altri tre gol, nono risultato utile consecutivo, le 45 reti in 20 partite che rappresentano un dato storico nella storia azzurra. Ma anche l’amarezza per quel rigore non evitato. Si è arrabbiato Reina, lo ha fatto anche Sarri e questo è un buon segnale perché significa che piccole e grandi difficoltà non sfuggono ai giocatori e al tecnico. Va sottolineato l’elemento più importante, quello della continuità di risultati, smarrita dopo l’infortunio di Milik. Il Napoli, anche quando cede un tempo agli avversari, riesce ad essere redditizio e spettacolare. Ha colpito con Tonelli (senza infortuni e indisponibilità di Koulibaly, per quanto tempo ancora avrebbe dovuto aspettare una chance?), Hamsik e Mertens. Il capitano e il falso-vero 9 hanno avuto una determinazione feroce nella ricerca della rete. Veri trascinatori di una squadra impegnata in una partita a tre con le squadre della Capitale: la Roma (tre punti avanti) e la Lazio (un punto indietro). E la Juve è più vicina dopo la sconfitta a Firenze. Sì, ora è tutto in gioco, anche al massimo livello. Si sono spesso fatti raffronti tra la serie A e i campionati stranieri. Non ci sono i campioni di Liga e Premier perché non ci sono quei milioni e quei progetti, tuttavia possiamo consolarci con l’appassionante sfida Champions che si è aperta alle spalle della Juventus, che comincia a sentire il fiato delle inseguitrici anche se deve recuperare la partita a Crotone. «Una corsa folle» l’ha definita Sarri, che si trova tra l’esperto Spalletti e l’emergente Inzaghi. A differenza di un anno fa, il Napoli ha le risorse in panchina per essere in gioco fino alla fine. Per la seconda piazza o per la prima. Gradualmente il tecnico ha ritrovato uomini che sembravano in difficoltà, come Jorginho, che sta recuperando il posto da titolare, ovviamente senza che Diawara – uno dei grandi talenti acquistati dal club – scivoli nelle retrovie. Saranno spettacolari questi mesi sul filo della tensione, aspettando il momento del sorpasso sulla seconda e magari dell’aggancio alla prima.
Fonte: Il Mattino