Dieci gol ancora, dieci gol soltanto, per affiancare Maradona, il Re per sempre. E’ l’anno di Hamsik. E’ il calcio di chi ha scelto il sentimento, è la romantica versione moderna d’un mondo ingentilito. Ingentilito da Hamsik, dalla sua scelta di vita che ha chiuso le porte alla Juventus ed al Milan, all’Inter ed ai cinesi e s’è rigenerata in una Napoli che gli appartiene. Dieci reti appena: ma cosa volete che siano per chi tanti ne ha segnati sempre tanti? Maradona è il simbolo della belle epoque, l’irraggiungibile monarca di Napoli e di un calcio nel quale Hamsik diventa, e di diritto, la bandiera 3.0. Dieci gol soltanto, per chi sogna e dice: «Dai, Napoli: vinciamo lo scudetto. E poi, il giorno dopo, potrei anche lasciare il calcio». Dieci reti e la prossima da dedicare a Melissa, ormai di diritto la principessa di casa, la femminuccia che ha ulteriormente ingentilito una famiglia partenopea d’adozione, ormai radicatasi a Castel Volturno, a quattro passi dal Centro Sportivo: «Qui stiamo bene, siamo felici, siamo amati». Intanto c’è da prendere Attila Sallustro (108 gol, il secondo della graduatoria), poi Maradona. Dieci anni di Hamsik, e c’è tutto dentro: la crescita d’un fanciullo, l’ insoddisfazione palpabile, il leader silenzioso d’una evoluzione sistematica…Verrà anche il Santiago Bernabeu e poi ci sarà Napoli-Real Madrid, e dal punto di vista emozionale, magari, si giungerà alla vetta. Un decennio, il decennio di chi si è ritrovato capitano coraggioso ed è quasi lassù, dove si potrà confondere con Diego Armando Maradona, portandoselo a spasso a Marekiaro… (CdS)
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