E’ stata complicata, praticamente una trattativa infinita, cominciata nell’agosto scorso, sul suono della sirena del mercato estivo, poi riaperta rapidamente una decina di giorni fa, quando è stato chiaro, ed inevitabile, che serviva una svolta: Milik in “infermeria”, Gabbiadini stordito dal 4-3-3 e un’Idea di calcio che rischiava di restare un’incompiuta. La prima volta d’un genoano al Napoli, nell’era De Laurentiis, ha avuto bisogno d’una serie di appuntamenti per togliere qualcosa alla vecchia offerta (di 21 milioni), perché intanto ne era passato di tempo, e per aggiungere prospettive allettanti per chiunque attraverso quelle voci che nei contratti ormai sono irrinunciabili. Ma i bonus, stavolta, sarebbero stati diversi, avrebbero rappresentato la fiducia cieca di chi cede e di chi acquista in un centravanti ritenuto un avvoltoio: 16 milioni per prendersi Pavoletti ed altri 2 (al Genoa) se quel centravanti riuscisse a raggiungere 10 gol (tutto compreso: campionato, Champions, Coppa Italia). Un gesto di fiducia, un investimento per chiunque, bomber compreso... E’ tutto scritto, tutto amichevolmente definito, e manca soltanto il sì del professor Mariani e dello staff medico del Napoli: poi Pavoletti sarà del Napoli, ci arriverà – presumibilmente, quasi sicuramente – venerdì 30 dicembre, in anticipo sui tempi del mercato, con tanto di deroga concessa dal Genoa per accelerare il processo d’inserimento di un attaccante ch’è stato inseguito a più riprese, che sembrava ormai sfumato e che invece il destino – complice l’infortunio di Milik e le difficoltà di Gabbiadini – ha riavvicinato a Sarri. La 9 è libera, da quando andò via El Pipita; sarebbe un bel macigno da mettersi sulle spalle. Però i centravanti avvertono il richiamo, si direbbe la magia, d’un numero ch’è una investitura. Fonte: cds