Marco Prestisimone – “A contatto con l’utopia”
I primi quattro mesi di Napoli sono sicuramente stati positivi: passaggio agli ottavi di Champions come prima in classifica in un girone frutto di un sorteggio finalmente benevolo, e terzo posto in classifica a meno tre dalla Roma e a meno sette dall’implacabile Juve.
Da sempre però bisogna fare i conti con i “sì, ma…” e anche questa volta non si sfugge: sì, il Napoli è terzo, ma è tallonato da squadre (Milan e Lazio in particolare) che avrebbero dovuto fare un altro campionato; sì, il Napoli è terzo ma è lontanissimo dai bianconeri pluricampioni d’Italia che, vista la partita in meno da disputare a Crotone, sono potenzialmente a più dieci: un’infinità di punti, se si considera che ad inizio anno l’obiettivo legittimo di tutti era quello di contendere di nuovo lo scudetto alla squadra di Allegri.
Capitolo Champions: sì, il Napoli è agli ottavi, ma era quasi riuscito a rovinarsi i piani da solo, in particolare nella sfida casalinga con il Besiktas, che ha palesato alcuni limiti di personalità ed esperienza pericolosi se si intende proseguire il cammino; sì, il Napoli è agli ottavi, ma quanta sfortuna! Arriverà al San Paolo il Real Madrid campione in carica del pallone d’oro Ronaldo: due realtà completamente diverse, due fatturati completamente diversi, tanto da rendere questa doppia sfida di febbraio una mission impossible. Ma è veramente così?
Sicuramente il Napoli è atteso da un ottavo di finale che per fascino ha pochi eguali in Europa, e oltretutto ci arriva con il titolo di chi non ha più nulla da perdere perché l’obiettivo stagionale è stato già raggiunto; discorso diamentralmente opposto per i galacticos, costretti ogni anno a vincere per non etichettare come fallimentare l’annata. In più gli uomini di Sarri hanno le proprie carte da giocarsi: il Real nel proprio campionato disputa tre, quattro partite l’anno di alta intensità (contro Barcellona e Atletico Madrid), nelle restanti trentacinque domina senza faticare più di tanto. Il Napoli in questo senso può creare dei grattacapi ai madridisti, abituati poco a fare la fase difensiva e che potrebbero andare in difficoltà contro il tridente veloce del Napoli, irrinunciabile al momento anche con l’eventuale ritorno di Milik. Un’utopia, sia chiaro, ma chi crede nell’impresa tanto pazzo non è.
Lo è di più forse chi crede che gli azzurri possano riaprire lo scudetto: non tanto per le qualità e la continuità che sembra aver ritrovato la squadra di Sarri, ma perché il cammino della Juve dovrebbe incepparsi tante volte e questo, francamente, appare improbabile. I bianconeri in questo inizio di stagione hanno forse dato la dimostrazione più grande: sono davanti a tutti di almeno quattro (ma faremmo meglio a dire sette) punti, senza aver faticato più di tanto e dopo essere incappati in tre sconfitte. Difficile, quasi impossibile che questo riaccada nel girone di ritorno, quando la Juve sarà sì impegnata sul fronte Champions al quale tiene tantissimo, ma anche quando comincerà a spingere sul pedale dell’acceleratore per chiudere in fretta la pratica campionato.
La banda di Sarri allora che può fare? Familiarizzare con questa doppia utopia, perché è solo puntando in alto che si raggiungono gli obiettivi: forse non saranno quelli dei pazzi di cui dicevamo prima, forse non si guarderà tutti dall’alto in basso, ma sarà sicuramente un bel panorama.
A cura di Marco Prestisimone