Guai perdere la bussola, guai a farsi distrarre. Niente Milan-Atalanta, niente Juventus-Roma, niente Real Madrid. Solo il Torino, quello di Mihajlovic. E’ il Maurizio Sarri che dai dilettanti arriva al Santiago Bernabeu, quello che stando ai fatti mantiene le promesse…
Un anno e mezzo fa, mentre salvava l’Empoli, pensava di poter arrivare a tanto? «Lo promisi a Marcello Carli, direttore sportivo dell’Empoli, che sarei arrivato in Champions League».
Ha rivisto quella di Cagliari? «Un poco domenica sera, come mia abitudine. Si è messa presto bene e siamo stati bravi ad interpretarla, ma per palleggio, m’era piaciuto il Napoli con Sassuolo, che ritengo il migliore. A Cagliari credo che dal punto di vista mentale ci sia stato uno scatto in avanti».
Per riaprire il campionato cos’altro vi manca? «Il fattore è la continuità, ma è superfluo fare calcoli. La nostra crescita è nella maturità».
Nell’area di rigore altrui ci state spesso ma siete ancora a zero rigori. «Uno ce lo hanno tolto in corso d’opera. Ma comunque è una strana statistica, visto che siamo tra quelli che passano più tempo nei sedici metri avversari: la Roma, che è più o meno fa come noi, è già a otto rigori. Voglio pensare che nel ritorno, un po’ come accaduto un anno fa, le cifre vengano riequilibrate».
Gabbiadini le lascia qualche rimpianto? «Penso di aver fatto per lui quello che ho fatto per altri calciatori. Ha un grande potenziale e mi auguro che lo tiri fuori. In alcune gare ha mostrato di essere migliorato; io continuerò ad aiutarlo ma il resto deve mettercelo lui».