Record Milik, si sta lavorando per averlo il 22 gennaio
Quanto manca? E’ un rapido, verrebbe da dire velocissimo, quiz contro il tempo; è una domanda che sorge spontanea, quasi all’alba d’ogni giorno, quando Arkadiusz Milik comincia a correre per avvicinarsi al traguardo: cento giorni, gli dissero di slancio, quando uscì dalla sala operatoria (era il 10 ottobre), e per credere che sia possibile, che si possa realizzare il “miracolo”, alle nove e trenta si comincia in piscina per il ricondizionamento, e per tre ore là dentro si resta; poi breve pausa, pranzetto frugale, riposo fisiologico, ed alle ore 15 si sta stavolta in campo, guardando il Napoli da vicino, e dandogli appuntamento a presto, a gennaio, perché il lavoro sul campo sta rispondendo e certe percezioni servono per star meglio.
TORNA, BOMBER. Sette reti in quarantotto giorni, poi l’8 ottobre, proprio due mesi fa, il crac in Polonia-Danimarca, le lacrime, il terrore, quel legamento sfilacciato, la favola che diventa un incubo per un ragazzo di ventidue anni che non si vergognò d’ammetterlo (e perché avrebbe dovuto?) d’essere stato tradito dal destino: «Ed ho pianto».
Ma ora può cominciare a sorridere, perché finalmente avverte sensazioni positive, sente la reazione del ginocchio sinistro, e quelle sono risposte. Due ore anche al pomeriggio, al campo B di Castel Volturno, una palla che rotola, corsettine “dritto per dritto”, perché non si può esagerare, né esasperare movimenti che dovranno tornare ad essere puntualmente naturali.
FIDUCIA. E’ passata la rabbia, ovviamente, ed anche quel filo di malinconia, dalla quale Milik fu travolto immediatamente dopo l’infortunio («mi sentivo depresso»): il Napoli, i medici, i fisioterapisti, il club, i tifosi – che ad ogni partita, trascinati dallo speaker ufficiale, l’invocano come se fosse in campo, c’è anche un trattamento affettivo nella ricostruzione complessiva d’un attaccante capace di sette gol in otto partite, in media uno ogni ottantaquattro minuti.
RECORD. Ma Milik procede a tempo di record, consapevolmente: ha stregato il Napoli, i compagni e persino se stesso; ha deciso che deve riuscire in cento giorni a presentarsi a Sarri, ed il quindici gennaio – secondo un’agenda personale ed ottimistica – sarebbe a novantasette.
Avrebbe saltato, fino a quel momento, diciannove partite; gli resterebbe quasi tutto il girone di ritorno, la Champions League e magari anche la Coppa Italia (che per il Napoli comincerà l’undici gennaio). Il 22 gennaio c’è Napoli-Milan e quella è una data, una possibilità o forse semplicemente un desiderio da cullare silenziosamente, correndo, inseguendo un pallone nel quale c’è nascosto il Sogno (suo e non solo).
Fonte: cds