Malagò a ADL e De Magistris: “Il San Paolo non diventi una questione politica, si intervenga”

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Lo stadio San Paolo, la querelle infinita, i rapporti tra il sindaco della città ed i patron della squadra…Situazione delicata, complessa, senza dubbio, ma può pagarne le conseguenze una tifoseria innamorata della propria maglia e chi, nel capoluogo campano, vuole interessarsi e fare sport? Lo stadio di Fuorigrotta, il Collana e tutti le strutture cittadine… Ne parla al Mattino il presidente del Coni, Giovanni Malagò: 
Quale la richiesta prioritaria al sindaco de Magistris? «È molto semplice. Molti di questi impianti di proprietà comunale hanno situazioni che si sono trascinate nel tempo. Non ci permettiamo di intervenire a gamba tesa nelle attività di un’amministrazione comunale, ma chiediamo di avere un canale di accelerazione per risolvere i problemi che sono tutti molto chiari e gravi. Il Coni è azionista del Credito sportivo, che ha messo a disposizione fondi per opere al San Paolo che erano indispensabili e si faranno entro cento giorni, a partire da gennaio. Lo dico con franchezza: bisognava farlo prima. Ho parlato anche oggi con De Laurentiis, il mio amico Aurelio. Anche in buona fede, ognuno difende determinate posizioni ma nello specifico qui devono vincere l’interesse del Calcio Napoli, l’interesse della città di Napoli e l’interesse dei tifosi che non devono diventare né arbitri négiudici in una contesa tra chi evidenzia i problemi dello stadio del Vomero e chi tiene conto di una realtà che gioca la Champions League».
Da cinque anni a Napoli si litiga su responsabilità e progetti. Il potere centrale, dal governo al Coni, non può spingere un po’ di più e dare indirizzo e coordinamento su questioni cosi decisive per la città? «In un mondo virtuale… La realtà non è questa. In alcuni casi amministrazioni comunali che hanno colori politici differenti da quelli del governo centrale, a torto o ragione, personalizzano le situazioni e ritengono che vi sia una ingerenza, una calata dall’alto. A me non interessano la politica e il partito, ma soltanto l’attività dello sport. È quello che dico a de Magistris e che ho detto anche al presidente del Napoli, a cui bisogna essere grati per il lavoro che porta avanti anche se capisco che il tifoso quando è quarto vuol essere terzo e quando è secondo vuol essere primo. Il grande evento, attraverso il governo e un contributo economico, può dare un’accelerazione per alcuni impianti intrappolati in logiche di politiche locali».

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