Chi ama non dimentica», l’ha imparato nella sua esperienza azzurra il Pampa Sosa e non l’ha più dimenticato. Era scritto sulla maglietta che mostrò al San Paolo nel giorno della promozione dalla C alla B. Lui, il primo acquisto dell’era De Laurentiis, portato in azzurro da Pier Paolo Marino dall’ Udinese. Un ex, anzi un doppio ex in vista di Udinese-Napoli. Adesso fa l’allenatore, in Basilicata, guida la Vultur Rionero nel girone H di Serie D con ottimi risultati. Quella di sabato è la sua partita del cuore, ma lui ha già scelto da che parte sta il suo…lo ha detto chiaramente alla Gazzetta dello Sport:
A proposito, Pampa come va in Basilicata? «Faccio la mia gavetta da tecnico, ho trovato un ambiente splendido grazie al presidente Dipierri, al d.s. Grillo e a Fabio Visone che mi ha convinto a venire qui. Il mio sogno è quello di arrivare in A, magari di sedere sulla panchina di una delle squadre cui sono più legato. Intanto, mi sono portato dietro un po’ di Udine e di Napoli».
Che cosa intende di preciso? «Da allenatore provo a trasferire ai miei ragazzi le motivazioni che mi sapeva regalare Spalletti in Friuli e la cultura del lavoro che mi ha inculcato Reja negli anni in azzurro. Ho avuto tanti maestri nella mia carriera, loro due sono stati speciali e io cerco di imitarli».
Predilige il gioco di Sarri o quello di Delneri? «Mi piacciono entrambi, non a caso la mia squadra alterna il 4 33 con il 4231. Delneri è un vero martello sul campo, maniacale nella cura dei dettagli. Credo che riportando la difesa dell’Udinese a 4 abbia dato alla squadra nuove certezze. Gli schemi offensivi di Sarri, invece, restano validissimi anche senza un vero centravanti. Il Napoli fino alla trequarti avversaria gioca davvero benissimo, poi ovviamente adesso fa più fatica a fare gol».
Lo sa che il Napoli non vince ad Udine dal 2007-08, quando fece cinquina anche grazie a lei? «Mi ricordo quella partita e la mia rete in spaccata, non esultai per rispetto dei vecchi tifosi. Sinceramente, non pensavo che il digiuno fosse così lungo. Tuttavia una spiegazione c’è: in Friuli questa sfida è molto sentita e l’Udinese la sbaglia raramente. Per tifosi e calciatori è una gara speciale e la squadra è portata a dare il massimo».
Quindi per il Napoli sarà dura anche stavolta? «Direi di sì, e per l’Udinese sarà dura non sbagliare quella dop o . S u c c e d e spesso, dopo le energie che spendono col Napoli: basta guardare cosa è capitato lo scorso anno».
Che idea si è fatto del tribolato inizio di stagione dell’Udinese? «L’organico nel complesso è buono, ovviamente non è semplice assemblare in fretta i tanti calciatori nuovi che lo scouting dell’Udinese, per me tra i migliori al mondo, mette a disposizione dell’allenatore. Delneri ha dato un’identità tattica precisa, sta esaltando le caratteristiche di alcuni elementi molto validi come Fofana e De Paul. Eppoi la coppia ThereauZapata è molto ben assortita».
In questi giorni si è parlato tanto di Zapata in chiave mercato. Lo riporterebbe a Napoli? «Per ora deve fermarsi ancora sei mesi ad Udine, magari può chiudere la stagione con 1215 reti. A quel punto tornerebbe a Napoli godendo di una considerazione diversa da quella avuta in passato».
Dunque, quale attaccante vedrebbe bene in azzurro a gennaio? «Radamel Falcao e non prendetemi per matto. Il Napoli ha bisogno di gente così se vuole puntare a qualcosa in più del 3° o 2° posto. L’assenza di Higuain si sente e l’infortunio di Milik è stato un vero colpo di sfortuna. Ovviamente, la società farà le sue valutazioni. Io però sono per un giocatore importante come il colombiano, che si sta rilanciando nel Monaco».
Gabbiadini non è riuscito a sostituire adeguatamente Milik, come se lo spiega? «Non è questione di modulo ma di testa. Gioca nel Na p o l i , e i n Champions, ha una squadra dietro che costruisce tanto e anche solo a vedere il lungomare dovrebbe sorridere. Invece, ha un atteggiamento sconsolato che non mi convince. Magari non gioca mai una gara intera, ma io sfruttavo anche pochi minuti e non avevo di certo la sua qualità tecnica».
Mertens «falso nueve» la convince ? «Per me è un fenomeno ma gli manca la “cazzimma” del centravanti d’area di rigore, per quello il Napoli sta stentando di recente. Servono i gol brutti, sporchi. Io ne facevo tanti».
Sosa per chi tiferà? «Dovrei essere super partes, ma il cuore dice Napoli».