De Laurentiis-Comune di Napoli, il San Paolo aspetta un accordo che non arriva

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Lo stadio San Paolo continua ad aspettare, mentre tutto continua ad essere fatiscente e sempre più in declino. Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis e il Comune di Napoli stanno portando avanti da anni un rapporto sterile e senza concretezza. Tra contatti telefonici e messaggi televisivi si va avanti ma senza portare utile all’impianto di Fuorigrotta. Oggi Il Mattino si sofferma su questa vicenda che desta rabbia e preoccupazione fra i tifosi: Il patron insiste sullo stadio da 25mila posti, ma soprattutto sul fatto che il Comune non mette soldi per la struttura di Fuorigrotta. Tanto che la manutenzione dell’impianto sarebbe stata fatta solo dalla società. La replica tocca all’assessore allo Sport Ciro Borriello. «Il presidente Aurelio De Laurentiis può fare quello che vuole anche esprimere la volontà di fare uno stadio da 25mila posti, ma non può dire che il Comune non ha messo un euro per il San Paolo. I napoletani e i tifosi degli azzurri vogliono che la squadra giochi nel suo tempio, che è il San Paolo, tanto che malgrado sia uno stadio ridotto male continuano a frequentarlo. Noi andiamo avanti per la nostra strada, faremo la ristrutturazione dello stadio grazie al mutuo da 25 milioni con il Credito sportivo e i lavori inizieranno entro il mese. Poi se il presidente vuole migliorare il nostro progetto o portare altre idee noi non aspettiamo altro». Purtroppo in tutto questo caos gli unici a rimetterci sono i tufosi, però come continua Il Mattino, una cosa va precisata, “De Laurentiis il suo progetto lo presentò l’estate scorsa: valeva 25 milioni anche questo, e conteneva la promessa di trovare sponsor per migliorare ulteriormente la vetusta struttura di Fuorigrotta. Il Comune bocciò la proposta muovendo dei rilievi e diede tempo al patron di apportare i correttivi richiesto, ma De Laurentiis non ripresentò alcun documento rimodellato. Contestualmente Palazzo San Giacomo stava lavorando al progetto in house, ai rapporti con il Credito sportivo, insomma il piano «B» era già preparato se non pronto. Una mossa – sostanzialmente – per lasciare il San Paolo nelle mani pubbliche, una scelta politica legittima ma che certo non può invogliare nessun privato a scendere in campo e tanto meno De Laurentiis, soprattutto nel contesto attuale. Vale a dire mettere soldi per una struttura che non potrà mai gestire sul serio. L’opzione prevista nel progetto del patron conteneva una convenzione lunga almeno una trentina d’anni. Ammesso che si firmi, quella che si profila all’orizzonte non andrà oltre i due-tre anni, e se il patron dovesse presentarsi al tavolo concretamente con un progetto per un nuovo stadio, la durata sarebbe ancora più ridotta. E chissà cosa se ne farà il Comune di quello stadio e di quel mutuo se davvero De Laurentiis si costruirà il suo impianto”.

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