Salernitana, scoppia il caso Donnarumma

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Un gol ed un assist in cinque partite ufficiali, davvero poco per chi, come Alfredo Donnarumma, è abituato ad andare in doppia cifra da due anni a questa parte. Fin qui l’ex Teramo non ha mai centrato il bersaglio in campionato, andando a segno soltanto in Coppa Italia, a Pisa, il 14 agosto scorso (poi Montella segnò al 90’ e la Salernitana fu eliminata ai rigori). L’ultimo gol di Donnarumma in campionato risale al 4 giugno

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Stadio Arechi
Stadio Arechi

scorso, nella gara d’andata dei play out col Lanciano. A voler essere pignoli l’ultima rete nella stagione regolare è datata 20 maggio 2016, quando l’attaccante di Torre Annunziata stese il Como all’Arechi all’ultima giornata e portò la Salernitana ai play out. Poi la lunga estate, fatta di sogni di mercato, proposte e trattative. La Salernitana ha rifiutato tutto, forte di un contratto che lega il calciatore al club granata per altri due anni. Foggia, Chievo e Palermo avrebbero messo molti soldi sul tavolo per assicurarsi l’attaccante, ma evidentemente per Lotito e Mezzaroma non sono stati abbastanza. Alfredo Donnarumma è rimasto a Salerno con la speranza che «la società sia riconoscente» nei suoi confronti, in pratica che gli rinnovi il contratto com’è accaduto per Massimo Coda. Un incontro col suo agente, Sandro Martone, c’è già stato, ma intanto l’attaccante torrese stenta a trovare la via del gol e Sannino potrebbe anche decidere di metterlo in panchina contro il Vicenza.
SCELTE. Dopo la sconfitta di Novara, infatti, l’allenatore di Ottaviano sembra intenzionato a cambiare modulo e formazione, anche perché quella di venerdì sera sarà la prima di tre partite in una settimana e quindi sarà necessario far ruotare i calciatori in organico. Peraltro se c’è una dote che a Sannino non manca è la fortesannino personalità. «Sono io la garanzia per tutti i calciatori», ha più volte ribadito il tecnico granata, nel senso che gioca chi sta meglio, chi ha più voglia di combattere. Poi, però, ci sono gli equilibri, tattici e di spogliatoio, che un allenatore non può e non deve mai perdere di vista. «Sarebbe sbagliato bocciare un calciatore dopo una partita», aveva praticamente detto Sannino alla vigilia della trasferta di Novara, rispondendo proprio ad una nostra domanda su Donnarumma. Ma un’altra gara è passata e la situazione non è cambiata. Non si tratta solo di una questione di gol, perché un attaccante può attraversare momenti difficili in questo senso, ma soprattutto di rendimento: Donnarumma non sembra il calciatore brillante della passata stagione, tutto qui. La sensazione è che alla fine Sannino gli darà un’altra chance, ma la tentazione di cambiare è molto forte. Le alternative? Rosina potrebbe fare la seconda punta ad esempio, ma ci sono anche Caccavallo ed Improta.
Se l’allenatore opterà per il 4-4-2 non è da escludere il rientro di Antonio Zito. Con la difesa a quattro uno dei centrali si accomoderebbe in panchina. Potrebbe toccare a Raffaele Schiavi, non impeccabile al Piola sabato scorso. Ma Sannino sta pensando di inserire dal primo minuto anche Della Rocca, già in campo nella parte finale del match di Novara.

Corriere dello Sport

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