E’ vero o non è vero che Mertens tratta per una cifra più o meno simile a quella offerta a Insigne? Tutti elementi che hanno fatto saltare i nervi ai due agenti, che in questi anni hanno sempre brillato per il loro basso profilo. Le esternazioni di ieri non sono state considerate da De Laurentiis un momento di frustrazione ma la normale conseguenza di un braccio di ferro che dura da troppo tempo. Non avranno né punizioni, né conseguenze, perché un conto è che parlino i giocatori (vedi Koulibaly), un altro gli agenti che curano gli interessi. Anche se si fa fatica a pensare che il calciatore non sappia quello che i suoi rappresentanti fanno. A soffiare sul fuoco, ci sono almeno tre club: uno italiano, ed è l’Inter; poi due inglesi, il Newcastle e il West Ham. Che sul tavolo hanno già messo una offerta da 5 milioni di euro a stagione per il calciatore. Dando mandato ad Andreotti e Ottaiano di sondare il Napoli e capire a che prezzo De Laurentiis è disposto a cedere Insigne. L’Inter, un anno fa, ha offerto 30 milioni, rimediando un secco no ma in questi ultimi mesi non si è mai rifatto vivo dalle parti del club azzurro. E allora? Insigne ha messo il Napoli in cima ai suoi pensieri. Nel 2012 guadagnava 700 mila euro e nell’estate del 2013 ha avuto l’agognato aumento fino al totale di 1,7. Da quel momento è stato un crescendo: prima i Mondiali e poi l’Europeo, ma di ritocchi nemmeno l’ombra. E allora, l’estate scorsa, ecco che ha inizio la trattativa. Ottaiano bussa alla porta di De Laurentiis e il primo incontro ha l’esito scontato: il club è reduce dalla seconda mancata partecipazione alla Champions, il bilancio chiuderà ancora in rosso e non è certo questo il momento per andare a bussare a quattrini. Gli agenti di Insigne fanno un passo indietro. C’è l’Inter che spinge. Ma loro non ascoltano le sirene. Raccontano che prima di Natale c’è un altro incontro con Giuntoli, con l’invito a ripassare verso la fine della stagione. Arriva aprile e l’entourage va di nuovo alla carica: ma il Napoli è in corsa per lo scudetto e la società non vuole che certi argomenti vengano affrontati. A giugno viene fissato un vertice a Dimaro, in pieno ritiro: qui gli agenti di Insigne calano le loro carte, De Laurentiis fa sapere che a quelle cifre mai e poi mai firmerà il rinnovo. I modi sono duri, la parti non si lasciano bene. La seduta viene rinviata a inizio agosto. Il Napoli non si fa vivo e Ottaiano e Andreotti decidono che è il momento di rompere gli indugi e cambiare strategia. «Se resta a Napoli nessun problema: giocherà alla grande come ha sempre fatto». Meno male.
Fonte: Il Mattino