Semmai ne abbia uno, a Torino Higuain, che non è Careca, Krol, Vinicio, Savoldi, Sivori…, non lo ha portato il cuore

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Higuain ha scelto il club dal quale il Napoli è storicamente diviso da una accentuata rivalità. La Juve per averlo sborserà i 94,736 milioni della clausola rescissoria. Mai aveva speso tanto (54 milioni per Buffon nel 2001). Uno sfregio al Napoli anche da parte del club bianconero. De Laurentiis ci aveva giocato su: «La Juventus è una società di razza, di classe, non farà un torto al Napoli. Prendendo Higuain diventerà ancora più antipatica». La Juventus ha fatto volentieri un torto al Napoli ed è felice di essere l’antipatica più vincente del calcio italiano. Con i soldi si è preso chi ha voluto. Ha fatto la sua parte con l’arroganza legittima del più forte. Il Napoli ha dovuto subire. Era al riparo della notevole valutazione di Higuain (a 29 anni), ma non è bastato. Rilanciato dal Napoli di Sarri, Higuain se ne va dove non lo porta il cuore, semmai ne abbia uno, ma con l’ambizione di vincere con chi è abituato a vincere. È sempre facile salire sul carro dei vincitori. Higuain c’è salito nel peggiore dei modi. Eclissandosi, tacendo, lavorando sott’acqua sino alle visite mediche di questi giorni a Madrid dove la Juve ha testato la sua buona salute. Lontano da Napoli, non avendo più il coraggio di farsi vedere. Al culmine della stagione dei 36 gol da record nel campionato italiano, l’argentino meno argentino che abbia mai giocato in Italia si mise a fare anche il dirigente: il Napoli deve rafforzarsi, se non lo fa me ne vado. Saluti e niente baci. Per due anni gli era stato bene tutto anche avere clamorosamente fallito il finale della penultima stagione sbagliando il rigore contro la Lazio e la qualificazione diretta alla Champions, poi il preliminare con l’Athletic Bilbao. Allora non pretendeva rinforzi. La verità è che il fratello Nicolas, che vorrebbe imitare Mino Raiola, da tempo offriva Higuain a destra e a manca. Al Milan di Berlusconi per cominciare, alla Juve per finire. L’ha piazzato alla Juve. Il colpo della sua vita. Si farà chiamare zar Nicolas. Un novello Romanov. Nel tempo, dopo Sallustro, essi hanno goduto, amato e glorificato fior di centravanti, tutti molto legati alla maglia azzurra e alla città, da Vinicio a Savoldi, da Altafini a Clerici, da Careca a Giordano. Pure Sivori, dopo una vita tutta juventina, si legò al Napoli dove l’attrassero il cuore e l’abilità di Bruno Pesaola e, quando finì di giocare, realizzò in Argentina due fazende, una la chiamò Juventus e l’altra Napoli. Pure un supremo campione come Rudy Krol, di passaggio al San Paolo per quattro anni, porta ancora Napoli nel cuore.

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Fonte: Il Mattino

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