Mastella: “Stranieri mercenari? Maradona era fedele, Higuain non è una bandiera”
Clemente Mastella, oggi sindaco di Benevento, è cominciato un percorso che lo ha portato da un partito a un altro, da uno schieramento a un altro. «Ma non mi sono mai mosso dal centro...», sorride.
Passare da una squadra a un’altra è come passare da un partito a un altro? «È sempre un passaggio difficile, che lascia perplessi, che crea diffidenza. Un partito lo lasci perché non ti trovi bene, perché soffri, perché non riesci a esprimere le tue idee; ma una squadra è un’altra cosa…».
E Higuain? «Higuain è amato, è idolatrato, è pagato più di un metalmeccanico. Non vedo le ragioni per il passaggio a un’altra squadra».
In politica come nel calcio conta più la fedeltà o la lealtà? «La lealtà. La fedeltà è più canina, la lealtà è più umana».
Però nel calcio conta di più la fedeltà, si parla del tifo come una fede, di fedeltà alla maglia. «Maradona era fedele. Higuain non è una bandiera e se andasse via sarebbe una banderuola».
Perché Higuain non è una bandiera? «Occorrono anni per diventare una bandiera, non basta una stagione felice. Maradona è stato fedele perché è stato un leader anche nelle difficoltà, nei momenti di grama. Higuain non è un leader, è un giocatore fortissimo, oggi è un attaccante irraggiungibile, ma non ha il carisma di Maradona».
Reggere il paragone con Maradona è impossibile per tutti... «Maradona ha coinciso con Napoli, era Napoli. Nel 1990 ero al San Paolo per la semifinale mondiale tra Italia e Argentina. Tutti sanno e ricordano che i napoletani tifarono per Maradona. Per Maradona, non per l’Argentina. Con Higuain non succederebbe».
Le bandiere sono sempre di meno. Resiste Totti alla Roma, ci sono stati Maldini al Milan e Del Piero alla Juve. Storie ormai irripetibili? «È una stagione finita. Forse gli italiani possono ancora legarsi alla squadra, ma gli stranieri… L’unico è stato Zanetti all’Inter, un vero leader, un vero capitano. Nel 2006, quando la Juve andò in B per calciopoli chiesi a Del Piero: Che fai?. Mi rispose: Vado in B, come faccio a non andare? La Juve è la mia vita. Totti rifiutò il Real Madrid per restare alla Roma».
Gli stranieri sono mercenari? «Beh, sì. Sono come i gladiatori nell’arena. Siamo al chi offre di più, guardi Pogba. Il sentimento non esiste».
Nel calcio si tradisce per denaro, in politica perché si cambia partito? «I partiti sono diventati luoghi difficili. Se appartieni al cerchio magico vivi, se sei minoranza muori, sei quasi costretto ad andare via. Lasci Itaca e vai in mare aperto».
Su Higuain il presidente De Laurentiis fa bene a chiedere il rispetto della clausola rescissoria? «Fa bene sul piano morale e economico. Ma se il giocatore vuole andare via che fai, gli metti il sale sulla coda…».
Higuain vuole andare via? «Se uno lascia la fidanzata figurati se non lascia la squadra…».
Meglio trattare dunque? «Magari una trattativa con una squadra straniera».
Mai alla Juventus? «Ci fosse stato l’Avvocato, non si sarebbe mai permesso».
Gianni Agnelli? «Altro stile».
I tempi cambiano anche a Torino… «C’è una prima e una seconda repubblica anche nel calcio».
L’Avvocato era prima repubblica? «Prima, come me».
Fonte: Il Mattino