Napoli: in 12 anni tre esoneri e due dimissioni. Il primo fu Giampiero Ventura
In 12 anni il patron ha esonerato Ventura, Reja e Donadoni. Mazzarri e Benitez sono andati via. Poi è arrivato Sarri
Aurelio De Laurentiis sottolinea spesso di essere un monogamo, nel calcio come nel cinema, usando un eufemismo si potrebbe definirlo un vero e proprio abitudinario, affezionato ai suoi uomini di fiducia. Christian De Sica potrebbe dire tante cose, insieme a Boldi, sul modo di agire del presidente azzurro. Nel corso della sua esperienza alla guida del Napoli, ha cambiato pochi allenatori, così come attori e registi nelle sue produzioni artistiche.
IL LIGURE. Il primo coach del suo Napoli è stato Giampiero Ventura, in realtà il numero uno della Filmauro contattò Giovanni Vavassori per affidargli la guida tecnica della neonata Napoli Soccer, poi l’arrivo di Pierpaolo Marino portò al cambio di strategia e alla venuta dell’ex tecnico del Torino. Memorabile la conferenza stampa di presentazione all’Hotel Excelsior sul lungomare, dove i tre protagonisti del nuovo Napoli post fallimento apparvero emozionati ma già con le idee chiarissime. Il tecnico ligure si adattò subito e fece di necessità virtù, visto che a quella squadra mancava persino una sede, un campo d’allenamento ed i famosi palloni furono portati a Paestum dal massaggiatore Carmando. Berrettoni, Corrent, Machado Toledo, Varricchio, Belardi, Corneliusson, sembrano passati tanti lustri guardando i nomi dei calciatori azzurri di oggi, invece proprio loro gettarono le basi per la risalita nel gotha del calcio europeo, dove risiede stabilmente il Napoli, da 7 anni a questa parte. Indimenticabile l’esordio al San Paolo contro il Cittadella, quella partita finì 3-3 con i 60.000 in solluchero per la rinascita del calcio napoletano. L’epilogo di Ventura col sodalizio azzurro non fu dei migliori, visto che il tecnico ligure venne esonerato dopo uno scialbo pareggio in casa con la Fermana. De Laurentiis optò per il cambio alla guida tecnica per dare una scossa alla squadra, di certo le responsabilità del cammino a rilento del nuovo Napoli non furono di Ventura, che usò belle parole al momento dei saluti, ma di una società, che solo col tempo è riuscita a stabilizzarsi e trovare la quadratura del cerchio nel panorama calcistico nazionale. Fonte: Il Roma