Il quantitativo di amarezza è pesante, specialmente perché la Casertana alla serie B ci credeva. Il percorso finisce senza nemmeno troppi aiuti dalla buona sorte, anche se il rigore che decide la partita finisce nel mirino di Romaniello. Nessuna recriminazione eccessiva, soltanto potevano esserci valutazioni diverse. «Mi sembra quantomeno dubbia la dinamica dell’azione», spiega l’allenatore dei campani dopo lo 0-1 al Bottecchia. «Non al punto da concedere un rigore, perlomeno. Dispiace perdere così, anche perché nel secondo tempo abbiamo giocato meglio dopo una prima parte più contratta. E, se stiamo sugli episodi, mi sembra che ci fosse qualcosina anche a nostro favore ignorato dall’arbitro. Mi riferisco al mani di Pasa non punito». Pochi accenni sulle intenzioni future, da parte di Romaniello. La Casertana ha dato tutto, e l’appendice dei play off non meritava di chiudersi così. «Devo solo elogiare i ragazzi, perché il risultato è soddisfacente. Anche i nostri tifosi meritavano un altro epilogo. Non so ancora quello che farò il prossimo anno, certo dovranno esserci dei buoni presupporti per restare qui».
Valanga di elogi per Maiellaro: gli stessi piovuti da Romaniello – a un portiere che nel dentro o fuori di Pordenone ha davvero parato tutto, meno il rigore – arrivano anche da Murolo, che è di poche parole e fatica a contenere la delusione. «A suo modo, è un dispiacere doppio quando ci si ferma dopo un cammino così produttivo», dice. «Ma sappiamo di avere fatto grandi cose. Quindi nulla da rimproverarci, così come non voglio parlare dell’arbitraggio. Siamo delusi e non può essere altrimenti, perché la squadra se l’è giocata fino in fondo. Maiellaro è un serio professionista e i tifosi della Casertana sono stati spettacolari». Il presidente Corvino se la prende con la sfortuna. «Nel girone di ritorno le cose ci sono girate male, ma bisogna guardare anche il lato positivo: ossia l’aver fatto la miglior stagione degli ultimi 24 anni. Ai tifosi dico di stare tranquilli: la Casertana avrà un futuro degno della sua tradizione».
Corriere dello Sport