Roberto Stellone: “Insigne? Grande qualità mentale. Sabato sarò emozionato”

Il grande ex: "Il Frosinone non sarà l'agnello sacrificale"

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«Tifo sempre per il Napoli e tornare al San Paolo da allenatore sarà un’emozione unica». Si prepara così alla sfida di sabato sera Roberto Stellone che tornerà a Napoli per la prima volta da quando siede sulla panchina del Frosinone. Non potrà essere certamente una partita come le altre per lui che in azzurro ha vissuto 4 anni in campo da protagonista. Ecco quanto dichiarato al “Mattino”

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Dal 1999 al 2003 è stato un giocatore del Napoli, che ricordi ha di quella esperienza? «Sono stati quattro anni bellissimi, ricchi di emozioni e soddisfazioni come la promozione e il primo gol in serie A al San Paolo contro la Juventus».

E allora cosa si aspetta da questo stadio per il suo ritorno? «Sarà la mia prima volta da allenatore e certamente saluterò tutto il pubblico con grande affetto. Non so che accoglienza riceverò, ma personalmente per me sarà un’emozione unica».

Magari c’è qualche suo giocatore che le ha chiesto qualcosa sull’impatto del San Paolo? «In realtà nessuno in particolare, ma poi io non gli direi nulla. È giusto lasciare loro l’emozione del momento perché se ne renderanno conto da soli di che spettacolo sia questo stadio. Mi aspetto una cornice di pubblico unica perché l’obiettivo del Napoli è importantissimo».

E come si presenterà il suo Frosinone? «Noi non abbiamo nulla da chiedere a questa partita mentre il Napoli ha un obiettivo preciso. Proveremo ad onorare la gara dando il massimo come è giusto che sia e come abbiamo sempre fatto fino ad oggi».

Ma ovviamente per lei non sarà una partita come le altre… «Tifo sempre per il Napoli perché qui ho vissuto quattro anni molto intensi».

All’andata a Frosinone fu una gara a senso unico: rispetto a quella partita, che Napoli pensa di trovare? «Non ho mai negato che quel Napoli mi diede la sensazione di una squadra imbattibile,e dissi che se avesse mantenuto quel ritmo sarebbe arrivato fino in fondo in testa al campionato».

E allora cosa è andato storto? «In realtà nulla: perché il Napoli ha mantenuto un andamento equilibrato , ma a differenza del girone di andata, la Juventus le ha vinte tutte e ha sovvertito gli equilibri».

Troppo facile chiederle chi è il pericolo numero uno del Napoli? «Faccio una battuta che la dice tutta: Higuain ha fatto 33 gol con il Napoli in una stagione, io in azzurro ho raggiunto la stessa cifra,ma in 4 anni. Il Pipita ha fatto un campionato pazzesco per merito suo e di Sarri che lo ha valorizzato».

A proposito, il percorso di Sarri può essere un buon esempio per gli allenatori giovani come lei che sono arrivati in serie A dopo la giusta gavetta? «Sono solo quattro anni che alleno più uno del settore giovanile. Lui ha fatto più gavetta di me ed è arrivato ad allenare il Napoli non per caso ma perché è preparato ed è bravo, ha fatto sempre bene».

Ha giocato a Napoli e conosce questa piazza, cosa pensa del rapporto tra la città e Lorenzo Insigne? «Credo che abbia fatto una stagione fantastica. Non è mai semplice per un giocatore giocare per la squadra della città dove è nato. Le pressioni sono tante e nonostante ciò ha dimostrato grandi qualità tecniche e mentali».

E a lei piacerebbe un giorno tornare a Napoli da allenatore degli azzurri? «Non ne ho mai fatto un mistero: mi piacerebbe allenare in tutte le piazze dove ho giocato e dove c’è passione per la squadra della città come a Napoli, Torino e Genoa».

Nonostante la retrocessione, però, lei ed il Frosinone avete ricevuto i complimenti di tutti per la vostra stagione, a partire dai vostri tifosi. «Siamo stati accolti dopo l’ultima sconfitta come se avessimo vinto lo scudetto perché hanno capito che ce l’abbiamo messa tutta dalla prima giornata senza mollare mai».

E allora l’anno prossimo cosa succede? «Con me o senza di me il Frosinone ha una società solida e proverà a risalire subito. Abbiamo costruito molto in questi anni, a partire dal settore giovanile, e questa esperienza in serie A è servita a tutti. Impossibile parlare di futuro adesso, ci godiamo il presente fino all’ultimo secondo».

La Redazione 

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