Higuain-Insigne, i bomber più prolifici del Napoli, a Roma per battere due record
Oggi la Gazzetta dello Sport scrive a proposito della partita di domani contro la Roma e dell’incidenza che avrà per il Napoli in fatto di record da superare e tabù da sfatare, “I numeri del Napoli, tra l’altro, evidenziano un dato inconfutabile: tatticamente l’interesse maggiore è per la fase offensiva. Basta scorrere la classifica dei cannonieri per farsene un’idea. Sui 72 gol realizzati finora, 59 sono stati segnati dagli attaccanti. E dal calcolo sono stati esclusi Hamsik e El Kaddouri, altrimenti sarebbero stati 65 concentrati in 7 giocatori. Gol mai banali, in ogni modo, che hanno permesso a Maurizio Sarri di giocarsi da protagonista il suo secondo anno di serie A, dopo quello vissuto a Empoli. E non solo. La maggior parte delle prodezze napoletane hanno la doppia firma, ovvero, Gonzalo Higuain e Lorenzo Insigne. Insieme, hanno sommato 42 reti: il primo è fermo a quota 30 dopo le tre giornate di squalifica rimediate in seguito ai fatti di Udine; il secondo, invece, con 12 gol ha stabilito il suo massimo personale. Gli altri attaccanti sono stati meno prolifici, ma importanti nell’assistenza sotto rete: dopo il Pipita e Insigne, nella classifica cannonieri del club seguono Callejon (6), Mertens e Gabbiadini (5). A quattro partite dal termine del campionato, al Napoli mancano 6 gol per stabilire il suo record di reti in serie A, 77, stabilito con Rafa Benitez nella stagione 2013-14, mentre il Pipita è ancora in corsa per la Scarpa d’Oro dopo aver battuto il suo record personale di reti realizzate, stabilito con il Real Madrid (27). Ed è proprio domani, all’Olimpico, che l’attaccante argentino rientrerà dopo la lunga squalifica. In sua assenza, il Napoli ha realizzato 9 reti (3 al Verona e 6 al Bologna), contro avversari demotivati e poco convinti, mentre nell’unica partita vera disputata, a San Siro, è stato sconfitto dall’Inter. Contro la Roma, sarà l’ultimo test impegnativo per la difesa del secondo posto e si avrà pure l’opportunità per sfatare la tradizione non proprio favorevole negli scontri diretti, giocati lontano dal San Paolo”.