L’ approfondimento di Riccardo Muni – Da un azzurro all’ altro: storia di due metamorfosi

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Sebbene la stagione in corso potrebbe essere consegnata agli annali come quella dei zero tituli per il ciuccio, rimarrà il ricordo di tutto quanto di buono è stato fatto da Sarri e dalla sua squadra. Del Pipita capocannoniere si è scritto e magnificato tanto ed anche con la nazionale albiceleste ha dato sfoggio del suo splendido momento di forma psico-fisica. Così come si è detto tanto del rendimento della difesa azzurra che, da tallone di Achille, è diventata un punto di forza della squadra. Merito, innanzitutto, del grande lavoro svolto da mister Sarri, fin dai tempi del ritiro di Dimaro ed anche di Reina & co. bravi ed intelligenti nel seguirne i dettami tattici alla perfezione. KoulibalyL’esplosione di Koulibaly non è pura casualità ma conseguenza di un disegno difensivo ben preciso. Nel quadro di una crescita generale, spicca innanzitutto la metamorfosi di capitan Hamsik, tornato ad essere il fulcro attorno al quale gira tutta la squadra. Hamsik 4Marekiaro, finito ai margini della squadra e spesso costretto a mortificanti panchine da Rafa Benitez, è tornato alla ribalta impiegato nella sua posizione naturale. Ma altre due storie meritano le luci della ribalta: quelle di Jorginho ed Insigne, freschi di convocazione da parte del commissario tecnico della nazionale, Antonio Conte. La convocazione è il giusto premio a chi ha giocato per tutta la stagione una spanna sopra i connazionali di pari ruolo e se per il Magnifico rappresenta un ritorno nell’azzurro tricolore, per il regista italo-brasiliano si tratta della prima volta. Storie simili quelle dei due azzurri, entrambi sacrificati da Benitez ed entrambi esplosi sotto la guida di Maurizio Sarri. Se Insigne era sacrificato nell’ingrato compito di terzino aggiunto, per volontà del tecnico spagnolo, Jorginho era scivolato fuori squadra, vivendo una stagione ai margini poiché penalizzato dal centrocampo a due, in cui era un pesce fuor d’acqua. Se Jorginho ha solo assaporato l’azzurro tricolore, dovendosi accontentare di far parte del gruppo, Insigne è risultato tra i migliori e più propositivi, segnando anche un gol e candidandosi prepotentemente per la spedizione europea di Francia 2016. jorginhoNel mentre non sono mancate chiacchiere e polemiche che hanno aggiunto altro pepe alla lotta scudetto ed il rush finale, con le ultime otto partite in programma, si preannuncia come il più acceso degli ultimi anni. Non sono mancati i soliti tentativi di destabilizzare l’ambiente napoletano, già turbato di suo per i fatti di Torino ed il carico da undici, messo dalle reti Mediaset, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e perdere la pazienza al patron Aurelio De Laurentiis. Un vero e proprio film quello raccontato in questi giorni, relativo al rinnovo contrattuale di Higuaìn. Secondo questi soggetti, il Pipita avrebbe rifiutato la proposta di rinnovo (dal sud america evidentemente, visto che era impegnato con la nazionale argentina, ndr.) ed il Napoli dovrebbe accontentarsi di una cifra ben inferiore ai 94 milioni della clausola e rassegnarsi a perdere il suo bomber. InsigneTraducendo: un Napoli povero e provinciale, alla disperata ricerca di far cassa e trattato come la cenerentola di turno. Prevedibile la reazione della società, evidentemente stanca di questa ignobile opera di disturbo. Finita l’ultima sosta per gli impegni della nazionale di Conte, comincia il rush finale, otto partite che dovranno essere affrontate come otto finali, in cui bisognerà conquistare più punti possibili e limitare a zero gli errori e le sbavature. La sosta restituisce a Sarri alcuni calciatori indubbiamente stanchi, sia per le partite che per i viaggi talvolta in altri continenti; Hysaj, uscito malconcio da una partita con la sua nazionale, pare aver assorbito la contusione e dovrebbe essere disponibile sin da subito. Mister Sarri però troverà calciatori soddisfatti per come sono andate le cose con le proprie nazionali. Oltre ad Insigne e Jorginho, di cui si è già detto, saranno al settimo cielo sia Higuaìn che pare aver vinto la diffidenza del ct argentino Tata Martino che Marek Hamsik, premiato per la terza volta come miglior calciatore slovacco. Una squadra raggiante e concentrata per il finale di campionato e proprio il morale potrebbe essere l’arma per superare la stanchezza con in testa un unico pensiero: UDINESE.

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Riccardo Muni

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