La Repubblica – Le parole che Conte voleva sentire da Insigne: “La Nazionale per me vale più di ogni cosa” e tutto è finito!
In una notte all’improvviso Lorenzo Insigne si è ripreso l’azzurro, ha fatto pace con Conte, la Nazionale e l’universo, ha lasciato il posto dietro la lavagna per diventare il primo della classe. La partita con la Spagna ha segnato il ritorno della fantasia al potere, in un gruppo cementato da grinta, aggressività e fisicità, e provvisoriamente orfano di un 10, il numero scelto dall’infortunato Verratti. Insigne, 11 di ruolo e di maglia, non aveva mai giocato con l’attuale ct, la sua ultima apparizione risaliva al Mondiale, mezzora con il Costarica e un’improbabile acrobazia dal limite. Bocciato, quindi infortunato, Lorenzo era stato richiamato a settembre. In panchina contro Malta, in tribuna con la Bulgaria. Fino al pasticcio diplomatico prima della trasferta di Baku. Riassunto delle puntate precedenti. Insigne, reduce dalla grande prova contro il Milan, si presenta a Coverciano malconcio e con una benda zincata. S’allena, accusa dolore al ginocchio e un versamento, che il medico azzurro Castellacci rimuove d’intesa con i colleghi del Napoli. Potrebbe riposare e recuperare per la gara successiva, ma il club, allarmato, ne pretende il rientro immediato. Film già visto con tante altre società. Negli stessi giorni, pure Berardi lascia il ritiro: entrambi alla ripresa del campionato giocheranno e segneranno. Conte invece fa quadrato intorno al gruppo che gli ha dato la qualificazione in Azerbaigian. Insigne dunque è finito senza volerlo in questo tritacarne. Il ct avrebbe voluto da lui uno scatto di personalità, una estrema prova d’amore per l’azzurro, magari contro il volere del club. Erano giorni in cui parlava di fame, attaccamento, fuoco dentro. Lunedì a Coverciano si sono chiariti: Conte lo ha chiamato in disparte. Gli ha ilustrato le sue ragioni ma ha anche aggiunto che l’episodio è chiuso, la convocazione per l’Europeo dipenderà solo dal rendimento. «Ho dovuto spiegare a Insigne alcune cose perché nei rapporti è meglio essere molto diretti e chiari: nella vita bisogna sempre guardarsi in faccia», ha raccontato il ct. Insigne in quei minuti a tu per tu ha ascoltato tanto e parlato poco. Ha spiegato di non essersi allontanato di sua volontà. E ha pronunciato le parole che Conte voleva sentire, «la Nazionale per me vale più di ogni cosa». «Quella volta ero tornato a casa per curarmi, è finita lì, c’è stato sempre un buon rapporto col mister», la spiegazione di Lorenzo. Il perdono è stato sancito dall’abbraccio con