Ad Attilio Lombardo l’impresa riuscì: “Napoli, pensa partita dopo partita, fissa l’obiettivo e vai!”

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Attilio Lombardo lo vinse con la Lazio all’ultima giornata “lo scudetto del sorpasso”. Era il 14 maggio del 2000: «Succede una volta nella vita: vivemmo una situazione fantastica quel pomeriggio all’Olimpico, scavalcammo la Juve, aiutati dall’acqua caduta a Perugia. Fu davvero incredibile, la nostra partita con la Reggina era finita da un pezzo, avemmo la notizia che i bianconeri stavano perdendo 1-0 e vedemmo spezzoni della loro gara in tv, fino al boato finale dei nostri tifosi».
Un consiglio al Napoli: come si sorpassa sulle ultime curve? «Una squadra che sta dietro deve sbagliare il meno possibile, però molte volte èmeglio inseguire perché non hai nulla da perdere: chi sta davanti se non arriva al traguardo ha poi grandi recriminazioni».
Già, ma come si realizza l’impresa? «Noi pensavamo partita per partita senza l’assillo di dover raggiungere la Juve perché altrimenti non ci saremmo mai riusciti. Il Napoli deve fare la stessa cosa, seguendo quello che è il consiglio di Sarri: gli azzurri non devono guardare i rivali ma pensare solo all’obiettivo di vincere la partita successiva in calendario, in questo caso quella contro il Genoa».
Ecco, il prossimo turno potrebbe essere favorevole al Napoli? «Sulla carta sì, ma nel calcio i conti non si possono fare mai prima. Certo è che la Juve ora è attesa a un derby molto complicato contro il Torino visto anchel’ambiente che si è creato in casa granata».
Ma ci sono dei momenti topici per alzare le braccia sul traguardo: la sua Lazio come sorprese la Juve? «Alcune partite chiave ci sono sempre, per noi furono sicuramente il successo di Torino contro la Juve con il gol di Simeone e quello nel derby. L’anno prima invece, quello dello scudetto perso, fu lo 0-0 contro il Milan: a fine partita Galliani, pur con i rossoneri dietro otto punti, disse che avrebbero vinto lo scudetto e fu proprio così».
Cosa ha di più la Juve? «La rosa più ampia, Allegri può disporre di più cambi di pari livello, basti pensare all’attacco con Dybala, Mandzukic, Morata e Zaza. E poi la capacità innata di essere cinica e spietata».
Anche la mentalità? «No, questo direi di no, perché grazie al lavoro di Sarri quest’anno la mentalità vincente la sta acquisendo anche il Napoli, però gli azzurri a volte ancora difettano nel non riuscire a chiudere le partite come a Palermo».
E cosa ha il Napoli in più? «Un vantaggio è costituito dal fatto di non giocare in coppa così può preparare le partite per tutta la settimana. La Juve invece ora ha il Bayern e se dovesse passare sarebbe comunque dura gestire due fronti ad alti livelli».
Le piace il calcio di Sarri: se l’aspettava subito così efficace a Napoli? «Sarri è stato bravissimo e gli interpreti sono quelli giusti. Se guardi il Napoli in tv non puoi non innamorarti: un calcio spettacolare fatto di possesso palla, verticalizzazioni, inserimenti».
E poi c’è Higuain. «Un vero fenomeno, però il Napoli non deve pensare di poter risolvere le partite solo con lui. In attacco ci sono Insigne, Callejon e poi i gol devono arrivare anche da centrocampisti e difensori proprio come fa la Juve».
I meriti di Allegri sulla marcia inarrestabile dei bianconeri? «Tantissimi, quello maggiore è stato di non aver smarrito la sua mentalità anche quando la Juve era terz’ultima: ha svolto un grande lavoro psicologico con il gruppo, oltre che ovviamente dal punto di vista tecnico-tattico, i bianconeri in fase difensiva sono insuperabili».
Chi vincerà lo scudetto? «Mancano nove partite e i giochi sono aperti. Il Napoli deve crederci, può ripetere l’impresa di quella Lazio»

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Tratto da Il Mattino

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