Napoletano da giovanissimo emigrato a Torino, presidente della Juventus dal 2003 al 2006, fra uno scudetto revocato e la retrocessione in B per Calciopoli, ha questo nome poco napoletano perché di origine anglo-siculo-partenopea. Uno stralcio dell’’intervista di Mimmo Carratelli:
Ma lei giocava al calcio da ragazzo?«No.Il calcio neanche mi interessava. Giocavo a basket nella Pallacanestro Napoli. Giocavamo su un campo in terra battuta alle spalle dello stadio del Vomero, dopo la guerra naturalmente. Ricordo i tre fratelli Germano. Un allenatore americano, c’erano gli americani a Napoli, mi pare si chiamasse Foster, dopo ogni allenamento mi dava da bere un intruglio disgustoso. Bevi, bevi, mi diceva, recuperare, recuperare».
A Torino diventò tifoso della Juventus?«La Juventus è nella vita di Torino, fa parte della vita di Torino. Qualche volta andavo a vedere giocare la Juve, ma non più di tanto. Poi, da presidente…».
Quali furono i giocatori con cui familiarizzò durante la sua presidenza?«Massimo Mauro, molto simpatico, e, naturalmente, i napoletani, Ciro Ferrara che ha aperto una pizzeria a Torino molto buona e frequentata».
Andrà a vedere Juventus-Napoli?«Non vado più allo stadio. Sa, gli acciacchi dell’età. Come Boniperti. Il mal di schiena mi blocca. Non viaggio neanche più. Seguo le partite in televisione».
Come finirà Juventus-Napoli?«Spero in una vittoria della Juventus o almeno in un pareggio in modo che possa prolungarsi il duello con pari possibilità fra le due migliori squadre italiane per ottenere lo scudetto. Se vince il Napoli, il campionato è chiuso”
Fonte: Il Mattino